Google Glass e netiquette: regole, usi, abitudini

Indossare i Google Glass significa porsi su una posizione diversa rispetto al prossimo: ciò impone nuove regole di comportamento nei rapporti sociali.
Indossare i Google Glass significa porsi su una posizione diversa rispetto al prossimo: ciò impone nuove regole di comportamento nei rapporti sociali.

Google ha pubblicato quel che si presenta come un vero e proprio manifesto delle regole di comportamento per utenti che indossano Google Glass. Una sorta di netiquette formale, insomma, stilata da chi ha per primo tutto l’interesse nel veder accettato un device dalle caratteristiche rivoluzionarie per il modo in cui integra reale e virtuale all’interno dello stesso luogo, con una compenetrazione di tempi e modi tra online e offline che non si era mai vista prima.

Appare ormai evidente come, per poter aprire all’utenza di massa, Google deve anzitutto assicurarsi di non procurare attrito con chi circonda il mondo dei Google Glass. Il team di Mountain View tutto vuole tranne che vedere i propri occhiali indossati da pochi nerd che, con comportamenti eccessivamente invadenti e indiscreti, allontanano la gente comune da quel vistoso device appoggiato tra naso e orecchie. Del resto la sua evidente visibilità lo rende ancor più iconico di quanto la sua natura e la sua funzione non raccontino: indossare un Google Glass significa raccontare agli altri qualcosa di sé stessi, ma significa anche estendere il proprio volume all’interno di un ambiente: laddove lo sguardo più arrivare, si compenetra lo spazio sociale altrui poiché l’altra persona potrebbe essere fotografata, filmata, identificata, commentata su un social network o altro ancora.

Google Glass: prossemica e rapporti sociali

Le regole della prossemica dicono che si è intimamente vicini a una persona quando si è all’interno di una distanza massima di 50 cm. Si parla di distanza personale, adatta per dialoghi faccia a faccia, quando si è circa entro il metro. Si parla di distanza sociale quando si è entro i 3 metri e di distanza pubblica quando si è oltre i tre metri. Va da sé che se all’interno di un ambiente sociale viene a palesarsi un utente con i Google Glass, tali “regole” vanno in fumo poiché ogni assioma precostituito e interiorizzato nella cultura viene polverizzato dalla presenza di un elemento di disturbo. Essere a distanza di pochi metri da un Google Glass, infatti, significa essere alla portata di qualsivoglia azione voglia compiere l’utente con gli occhiali speciali di Google, riducendo pertanto la distanza figurativa entro una sfera intima forzata.

Il rapporto si fa asimmetrico: chi ha i Google Glass ha maggior potere nei confronti dell’altrui persona, ponendosi in controllo della situazione grazie a un aiuto tecnologico. Non sempre tale aspetto potrebbe essere ben accettato dagli altri, anzi: soprattutto in questa fase nella quale i Google Glass debbono trovare una difficile e vasta accettazione sociale, la presenza degli stessi in un ambiente potrebbe urtare gli altri se chi utilizza gli occhiali non si attiene ad una serie di accorgimenti. Semplicemente, le regole della buona educazione vanno riscritte assieme a quelle della prossemica: la tecnologia invade l’ambiente cambiando distanze e rapporti di forza, costringendo così ad una riconsiderazione di tutto quel che si è imparato da piccoli in termini di buon costume.

Google Glass

Glasshole?

Quel che Google non vuole è che i Google Glass possano essere utilizzati come strumento per esacerbare la differenza di potenziale che viene a crearsi tra l’utente che li indossa e l’utente che non li indossa. Di fatto i Glass sono un’arma metaforica puntata contro il prossimo, dunque se il prossimo non si sente in pari condizioni competitive può maturare una tensione palpabile che allontana, divide e rovina il rapporto sociale. Google vorrebbe esattamente il contrario. Per questo motivo ha diramato un documento di netiquette che imponga una riflessione a tutti gli avventori della nuova tecnologia: essere dei “Glasshole” significa indossare grossolanamente lo strumento, calamitando eccessive attenzioni e creando indisposizione negli altri. Ciò isolerebbe i Google Glass dal mondo invece di farli incontrare e apprezzare, rallentandone la comune accettazione e limitando il potenziale che hanno ancora da esprimere.

Nessuno vuol sentirsi spiato e paradossalmente si riesce ad accettare di più uno spionaggio segreto che non uno palese che limita nell’immediato libertà di movimento e di azione. In passato a fotocamere e telefonini è stato imposto per legge il “click” rumoroso proprio per avvisare eventuali persone nelle vicinanze del fatto che si sta per scattare una fotografia: il nesso tra prossemica, educazione e rapporti sociali è ben evidenziato in questo espediente, il che riflette sui Google Glass tutta una serie di normative e regole di comportamento ancora in divenire (la privacy sarà in assoluto lo scoglio maggiore che i Glass dovranno affrontare per poter diventare fenomeno di massa). L’avvento dei Glass sconvolgerà equilibri di vecchia data ed è sufficiente parlare pochi minuti con chi li indossa per avvertire tutto ciò: il sentirsi osservati, il fare attenzione a strane movenze che potrebbero dar adito ad una azione in atto da parte degli occhiali, il notare eventuali gesti sulla bacchetta laterale che potrebbero indicare l’avvio di una registrazione, tutti elementi costitutivi di una tensione latente che si scarica in modo particolare su chi non indossa i Glass.

Usare responsabilmente i Google Glass, ma soprattutto nel pieno rispetto delle sensibilità altrui, significa fare del bene per sé, per gli altri e per i Google Glass stessi. Google non ha bisogno di “Glasshole”, anzi: la pubblica accettazione della tecnologia indossabile necessiterà di tempo e di adattamento, passando inderogabilmente per la riscrittura di netiquette, regole sociali, normative, comportamenti e costume.

Google Glass: la netiquette

Google ha composto le proprie regole di netiquette sull’uso dei Google Glass dividendole in due macrocategorie: cosa fare e cosa non fare. Non regole formali, insomma, ma suggerimenti di comportamento che debbono anzitutto stimolare una riflessione su di sé e sulle proprie responsabilità di “explorer” della nuova tecnologia. Il tutto partendo dai “cosa fare”: l’intento non è quello di limitare l’utente con i “non si fa”, ma di incoraggiarlo a usare responsabilmente la tecnologia e il suo potenziale.

Cosa fare

  • Esplorare il mondo attorno a sé: possedere i Google Glass significa aver più tempo per il mondo attorno, evitando di perdere tempo con gli occhi su un display e potendo così dedicare più risorse a quel che ci circonda e alle persone;
  • Sfruttare i comandi vocali: i Glass possono essere comandati liberando le mani per altri usi, dunque occorre approfittarne per sentirsi potenziati (e non schiavizzati) dalla tecnologia;
  • Chiedere il permesso: occorre aver coscienza del fatto che i Glass possono essere una tecnologia indiscreta, dunque è buona regola chiedere prima di scattare una foto o registrare un video poiché l’altrui persona potrebbe non essere d’accordo per motivi personali o avere regole generali da far rispettare per qualsivoglia motivo;
  • Usare lo screen lock, evitando così che altre persone possano entrare in possesso degli occhiali accedendo alle informazioni personali del legittimo possessore dei Glass;
  • Essere un membro attivo della community Glass Explorer, portando avanti suggerimenti e indicazioni in virtù di una partecipazione attiva ad un vero e proprio movimento di avanguardia.

Cosa non fare

  • «Non leggere “Guerra e pace” sui Google Glass»: Google incoraggia ad utilizzare gli occhiali per obiettivi specifici, per trovare informazioni o scattare una foto, ma non per mission troppo elaborate che portano al consumo di troppo tempo dietro il prisma dell’occhiale. L’obiettivo è quello di liberare l’utente, non di imprigionarlo dietro una ennesima prigione di chiamate e notifiche;
  • Meglio evitare un uso sconsiderato dei Google Glass facendo sport particolarmente animati o sporchi, poiché la tecnologia non è particolarmente amica di acqua, polveri o urti;
  • «Rispetta gli altri e se hanno delle domande non sfuggire. Sii chiaro e spiega cosa fanno i Glass e ricorda, una rapida dimostrazione può essere molto utile. Nei luoghi dove le fotocamere non sono ammesse, la stessa regola si applica sui Glass. Se ti vien chiesto di spegnere il tuo telefono, spegni anche i Glass. Infrangere le regole o dimostrarsi scortese non renderà gli altri eccitati dei Glass e sarà deleterio anche per gli altri Explorer».

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