iPod, icona generazionale

Apple ha venduto l'iPod numero 100.000.000. Il gruppo festeggia l'evento e l'occasione è buona tanto per ripercorrere quanto successo da quel giorno di 5 anni fa, quanto per scrutare quel che promette il futuro (con l'iPhone in più e il DRM in meno)
Apple ha venduto l'iPod numero 100.000.000. Il gruppo festeggia l'evento e l'occasione è buona tanto per ripercorrere quanto successo da quel giorno di 5 anni fa, quanto per scrutare quel che promette il futuro (con l'iPhone in più e il DRM in meno)

La storia ha già consacrato l’iPod come la nuova rivoluzione tecnologica nel mondo della musica ed ora sono le cifre a dare sentenza del riconosciuto successo del player Apple: 100 milioni di iPod sono stati venduti dal giorno in cui la casa di Cupertino introdusse il player sul mercato per tentare di far ‘pensare diversamente’ quanti non credevano nella musica digitale.

100 milioni di iPod

La rivoluzione

iPod

Quel giorno Apple ha diviso definitivamente la musica dal proprio supporto fisico: il vinile era ormai al termine del proprio ciclo, i CD si imponevano sul mercato e la musica digitale era poco più di un’utopia. L’arrivo dell’iPod portò però una rivoluzione ulteriore e ben più profonda: i brani musicali, una volta divisi dal loro supporto, venivano anche estromessi da tutta una serie di vincoli commerciali che ne avevano guidate le dinamiche di mercato per decenni. La prima grande vittima è dunque l’album, con le singole tracce che si impongono come nuova unità di acquisto (ben differente dai “singoli” precedentemente distribuiti come onerosa primizia degli LP in uscita). Oggi il music store propone oltre 5 milioni di tracce musicali, 350 diversi show televisivi ed oltre 400 film.

La rivoluzione arrivava salendo su un carro che ormai aspettava solo più una guida: le major erano sul piede di guerra contro gli utenti nel tentativo di annichilire l’arrembante fenomeno della pirateria musicale, ma dallo scontro stava maturando solo un clima di tensione che pochi vantaggi avrebbe portato ad entrambe le parti. Apple si propose come attore di intermediazione per scavarsi un ruolo tra le parti in contesa. L’iPod (in comunione stretta con il music store iTunes) offrì agli utenti musica ad un prezzo minore e con nuove opportunità di fruizione, offrendo in cambio alle major l’arma del Digital Right Management con cui controllare i file venduti e tramite la quale recuperare parte dell’utenza ormai dedita esclusivamente alla musica ottenuta da canali di scambio peer-to-peer. Apple trovò un varco e propose la caduta di alcuni dogmi: la musica iniziò ad essere venduta a piccole unità da 99 centesimi, l’utenza apprezzò e le major si trovarono ormai vincolate in una soluzione che ancora non piaceva, ma che era meglio, in ogni caso, dell’oblìo a cui il vecchio mercato era destinato.

iPod

Un interessante schema riassuntivo è proposto da Engadget per celebrare il risultato conseguito da Apple: in una sola immagine sono raccolte le 17 versioni del player partendo dalla prima versione del 2001 fino agli ultimi iPod Shuffle, iPod Nano 2G ed iPod 5G U2. Ogni produzione è stata inoltre differenziata nelle varie colorazioni (non riportate nello schema) con solo le note cuffiette bianche a fare da filo conduttore nella storia dell’icona musicale del nuovo millennio.

La parte più significativa del comunicato celebrativo di casa Apple è nelle parole di Mary J. Blige, “Grammy award” che lega il proprio nome al player: «l’iPod è più di un semplice music player, è una estensione della personalità»: il successo dell’iPod, infatti, è per la maggior parte nel suo posizionamento di mercato. L’iPod è un simbolo, un elemento di identificazione, un’icona generazionale: avere un iPod significa essere un certo tipo di utente ed in questa dinamica Apple ha moltiplicato le vendite, gli investimenti, il valore di mercato del gruppo (il titolo, ai tempi vicino ai 10 dollari di quotazione, oggi sfiora quota 100 dollari) ed i successi a catena in grado di trainare addirittura la produzione Mac.

La concorrenza

Zune

In poco più di 5 anni Apple ha venduto 2.5 miliardi di brani musicali, 50 milioni di show televisivi e 1.3 milioni di film. Superata la soglia dei 100 milioni di player, ora l’iPod si trova ancora senza rivali nonostante la concorrenza spinga forte sull’acceleratore. Microsoft sta ancora investendo in Zune, promettendo un difficile recupero ma potendo contare su un certo numero di sinergie di sicuro impatto (il gruppo di Redmond deve ancora scoprire tutte le proprie carte). Yahoo e SanDisk, per contro, nelle stesse ore in cui a Cupertino si festeggia, annunciano un nuovo progetto comune per tentare di far propria una fetta in un mercato ancor sempre pregno di promesse.

Il vantaggio di Apple è però al momento immacolato: l’iPod rimane un’icona ed iTunes è il music store più ricco ed avanzato. Apple può contare su 5 anni di successo e su un design che si è imposto tra l’utenza come un elemento di distinzione di tutto valore, aspetti che rappresentano ad oggi una roccaforte ancora inaccessibile. L’attacco arriva però su più fronti e per difendersi Apple è costretta ad innovare, nel tentativo di essere sempre e comunque la lepre del gruppo. L’ultima novità giunge ancora una volta firmata da Steve Jobs e trattasi dell’ennesimo prepotente scossone impresso al mercato: Apple è pronta ora ad abbracciare la musica senza Digital Right Management.

Musica senza DRM e telefonia

Dal momento in cui Apple ha annunciato di voler distribuire musica senza DRM il rapporto tra iPod ed iTunes è definitivamente cambiato imponendo un nuovo radicale punto di svolta nella storia della musica digitale. Al momento il progetto non è ancora stato concretamente portato sul mercato, ma la novità starà nel fatto che la musica acquistata su iTunes non sarà più esclusivamente utilizzabile su iPod e, parallelamente, l’utenza avrà maggior qualità e maggiori opzioni di ascolto a disposizione. La pressione della Commissione Europea potrebbe avere avuto in questa svolta un ruolo fondamentale ed in ogni caso il player di Cupertino, ormai affermatosi come leader assoluto del mercato, dovrà affrontare la concorrenza senza i vantaggi del proprio “walled garden”. Ancora una volta i rivali sono rimasti al palo: l’accordo con EMI è destinato a propagarsi su altri gruppi ed altre major, ma l’iniziativa assunta da Apple è un passo tanto fondamentale quanto inevitabile che toglie un orpello che rappresentava l’ultimo grande vincolo della nuova realtà musicale digitale.

iPhone

La musica senza DRM avrà maggiori qualità, ma costerà di più. La musica senza DRM venduta su iTunes, insomma, porterà il 30% di introiti aggiuntivi se ascoltata al di fuori del player di Cupertino. La risposta del mercato è ancora tutta da valutare, ma la sensazione è che l’iPod sarà la parte più penalizzata dall’accordo. La soluzione di riserva è però già pronta e l’11 Giugno la discendenza del player giungerà a proporre un nuovo cambio di direzione: l’iPhone è destinato a divenire il nuovo prodotto di punta unendo la telefonia alla musica digitale e portando all’utenza una nuova perla di stile unitamente ai vantaggi già propri della cordata iPod/iTunes. Trattasi però di una sfida assolutamente nuova e non priva di insidie.

Se Sony è quel che è, può ringraziare il caro vecchio Walkman. Se Apple è oggi quel che è, può ringraziare l’iPod. Ma se Apple vuole continuare la propria cavalcata, l’iPod sarà ora costretto a correre ancora ed a decidere di volta in volta quale debba essere la strada da imporre al gruppo inseguitore. 5 anni di successi e 100 milioni di unità vendute sono il risultato di un cambiamento che ha imposto una accelerazione mai vissuta prima dal settore: un piccolo meritato brindisi, una giusta dovuta celebrazione. E si ricomincia.

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