285 si, 255 no: l'Hadopi è tornata

285 favorevoli, 255 contrari: l'Hadopi è tornata a candidarsi a diventare legge dello stato, passaggio che prevede una sola ulteriore votazione ed il successivo eventuale appello per verificare la costituzionalità di una norma che disconnette gli utenti
285 favorevoli, 255 contrari: l'Hadopi è tornata a candidarsi a diventare legge dello stato, passaggio che prevede una sola ulteriore votazione ed il successivo eventuale appello per verificare la costituzionalità di una norma che disconnette gli utenti

L’Hadopi è tornata, ed in Francia è a un passo dal diventare legge definitiva dello stato. La norma è ormai nota, poiché introduce un concetto nuovo ed unico nel panorama internazionale: chi si macchia di violazione di copyright sarà tagliato fuori dalla rete. Il meccanismo degli avvisi prelude all’espulsione in caso di reiterata violazione, lasciando all’utente una consistente sanzione pecuniaria (fino a 300 mila euro) ed una denuncia penale.

L’Hadopi (“Haute autorité pour la diffusion des ouvres et la protection des droits sur Internet”) è stata strenuamente contestata in passato, tornando più volte al punto di partenza ed incontrando anche una bocciatura per incostituzionalità. La ferma volontà del Governo Sarkozy di intervenire sulla materia, però, ha motivato le istituzioni a proseguire nella formulazione di una bozza accettabile che nella giornata di ieri è tornata in Parlamento dopo la precedente approvazione con riserva: 285 voti favorevoli, 255 voti contrari, la legge passa tra molti dubbi e la gioia di chi ne supporta l’importanza per la salvaguardia dell’industria della produzione musicale e cinematografica. Nella documentazione dell’Assemblea Nazionale il provvedimento passa sotto il nome di “Propriété intellectuelle : protection pénale de la propriété littéraire et artistique sur internet”.

Il Ministro della Cultura Frederic Mitterrand ha fornito una stima secondo cui ogni singolo giorno 1000 utenti potrebbero essere tagliati fuori dalla rete se non ottempereranno al rispetto del copyright durante la loro attività online. Mitterand difende l’operato del Governo spiegando come fosse ormai assolutamente necessario interrompere il “laissez-faire” instauratosi da tempo. La nuova Hadopi chiude la strada ai pirati ed apre nuove opportunità al mercato: per questo il Governo l’ha sostenuta, per questo continuerà a sostenerla anche se vi dovesse essere un nuovo appello per una verifica della costituzionalità dei vari passaggi.

La nuova Hadopi, però, non sarà facilmente applicabile. Difficoltà tecniche, economiche e le ulteriori polemiche che verranno sollevate determineranno un muro difficile da affrontare per una legge che nasce tra i dubbi e cresce nella paura di un intervento eccessivo del Governo nell’attività di navigazione dei cittadini. L’approvazione definitiva richiede un voto ulteriore: a questa fase l’Hadopi si è già fermata in precedenza, quando le istanze dei detrattori si sono fatte più forti e le incongruenze della legge sono emerse con maggior forza. Tra le principali contestazioni della prima bozza v’era l’idea per cui solo un giudice avrebbe potuto sancire una disconnessione, mentre un’ente come l’Hadopi (così è chiamata la commissione chiamata ad analizzare i fatti e dare il via alle interruzioni di servizio) non poteva avere un potere di questo tipo. La nuova bozza aggira il problema introducendo l’approvazione di un giudice alle segnalazioni dell’Hadopi, il che cambia la forma salvaguardando la sostanza.

Trattasi probabilmente dell’ultima chiamata per l’Hadopi ed in caso di approvazione vari paesi sono pronti ad accodarsi all’iniziativa di Sarkozy: l’Italia è capofila, il Regno Unito ha dimostrato malcelato interesse. La pressione dell’industria musicale è pesante: è questa l’occasione regina per trovare nella legge un appoggio concreto nella battaglia contro la pirateria ed il peer-to-peer.

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