Maroni: ministro, musicista e pirata

Roberto Maroni ha ribadito il concetto: la musica dovrebbe essere gratuita e per questo scaricare musica dal web è una provocazione nei confronti di un sistema che, ad oggi, non permette il pieno rispetto dei diritti di tutte le parti chiamate in causa
Roberto Maroni ha ribadito il concetto: la musica dovrebbe essere gratuita e per questo scaricare musica dal web è una provocazione nei confronti di un sistema che, ad oggi, non permette il pieno rispetto dei diritti di tutte le parti chiamate in causa

Il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, torna a ribadire il concetto: la musica online dovrebbe essere gratuita. La sua posizione è particolarmente spigolosa poiché proviene da un Ministro della Repubblica e porta avanti un teorema vicino ad ambiti oggi molto lontani da quelle che sono le posizioni espresse invece dall’industria e dal “partito” del copyright.

Le dichiarazioni di Roberto Maroni sono state raccolte in una intervista in edicola su Panorama, anticipate per la stampa da APCOM: «Non passo mai una giornata senza musica. La ascolto al ministero, in aereo con l’iPod e, a volte, la scarico gratis dalla Rete. Quest’ultima abitudine vuole essere una provocazione, perché credo che la soluzione non sia quella francese di tagliare il collegamento a chi scarica illegalmente canzoni. La soluzione è creare un sito protetto, sicuro e legale, dove i ragazzi possano scaricare brani i cui diritti d’autore sono garantiti dall’intervento di uno o più sponsor. Questa è la via maestra per tutelare sul serio i diritti di tutti».

Maroni il ministro, Maroni il musicista dei Distretto 51, Maroni il pirata. Nell’ultima intervista vengono fuori, tutte assieme, le tre anime dell’esponente leghista che già in passato non aveva fatto mistero delle proprie passioni e della propria antipatia nei confronti delle attuali offerte del mercato musicale. Nell’ultima uscita si è però spinto oltre.

Maroni ha anzitutto ammesso di scaricare musica gratuita dal Web portando avanti una vera e propria apologia del peer-to-peer che, partendo da un ambito istituzionale, ha probabilmente fatto sobbalzare dalla sedia i massimi esponenti della FIMI, della SIAE e di quanti combattono la pirateria online. La reazione della FIMI, nello specifico, non si è fatta attendere: «Il ministro dovrebbe valutare che vi sono in gioco posti di lavoro e ricavi per lo Stato. Chi ruba in un negozio viene sanzionato, non si capisce perché in Rete dovrebbe farla franca». L’associazione, del resto, difende con forza la posizione francese e su questo fronte l’opposizione al teorema di Maroni non può che essere frontale e completa.

Maroni, inoltre, ha spazzato via l’idea Hadopi: tagliare il collegamento non è una soluzione. Tale presa di posizione non solo boccia l’approccio francese al problema, ma sembra togliere l’Italia dall’elenco dei paesi pronti ad allinearsi con i venti simil-Hadopi che spirano su più fronti ed in più nazioni.

Maroni, infine, ha proposto una soluzione per evitare di lasciar cadere nel vuoto la propria provocazione: i download dovrebbero essere gratuiti e garantiti dal supporto degli sponsor. Il Ministro, però, non si schiera contro l’istituto del copyright: chiede, piuttosto, di «tutelare sul serio i diritti di tutti» tramite un modello ad-supported che determini la gratuità dell’approccio alla musica e le parallele garanzie per autori, produttori e musicisti.

Un intervento provocatorio, ma lucido: c’è una alternativa alla repressione. Parola di Ministro. Parola di Roberto Maroni.

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