Registro delle opposizioni: così non va

Adiconsum contesta il modo in cui il Registro pubblico delle opposizioni è stato formulato spiegando perché, agli effetti, si rivelerà inefficace
Adiconsum contesta il modo in cui il Registro pubblico delle opposizioni è stato formulato spiegando perché, agli effetti, si rivelerà inefficace

Il Registro pubblico delle opposizioni ha aperto i battenti a titolo ufficiale da appena 24 ore, ma i problemi sono molti fin da subito. Trattasi anzitutto di problemi tecnici, relativi al fatto che il sito Web soffre di gravi instabilità tali da impedire il regolare conseguimento delle procedure indicate per l’iscrizione al Registro. Ma i problemi vanno anche oltre e le osservazioni avanzate da Adiconsum meritano pertanto particolare attenzione perché rendono più chiaro l’impatto che il Registro avrà sulla privacy dei cittadini.

Adiconsum contesta al Registro gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni forma e sostanza dell’intervento formulato «poiché né facilita il consumatore nel suo diritto a non essere disturbato nè tutela la sua privacy, ovvia conseguenza della scelta del Governo di non udire le Associazioni Consumatori in fase di stesura del provvedimento». L’associazione ritiene che nella sua stesura attuale la norma difenda più i diritti delle aziende che non quelli degli utenti e porta avanti argomenti circostanziati a supporto della propria tesi.

Punto primo, il Registro pubblico delle opposizioni è soltanto una misura parziale e pertanto illusoria: «L’iscrizione al Registro garantisce solo la riduzione delle chiamate a fini commerciali, ma non esclude l’utilizzo di altri elenchi ai quali il consumatore ha fornito la propria autorizzazione. Non esistono regolamentazioni su questa tipologia di elenchi tranne il recente intervento dell’Autorità della Privacy che ha disposto la possibilità di telefonata solo dall’azienda che hanno ricevuto direttamente il consenso, eliminando l’utilizzo di elenchi acquistati da altre aziende». Per questo motivo l’associazione chiede ad alta voce che il Registro prosegua il proprio percorso diventando un sistema unificato di esclusione da qualsiasi altro elenco esistente ed al quale l’utente potrebbe non essere pienamente consapevole di aver offerto il proprio assenso.

Punto secondo, le metodologie utilizzate non sono adatte per consentire il facile “opt-out” da parte di qualsivoglia utenza, con particolare riferimento ai più anziani o comunque alle persone in difficoltà: «Le modalità di iscrizione al Registro sono molto avanzate tecnologicamente (web, mail, risponditore telefonico), risultando difficili per anziani e fasce deboli. Anche la raccomandata non garantisce l’iscrizione visto che la conferma dell’avvenuta registrazione avviene solo attraverso una telefonata al call center dalla sola linea interessata. Non è possibile, quindi, delegare la procedura a terzi (parenti o delegati)».

Punto terzo: come effettuare eventualmente un reclamo? «Il consumatore che nonostante l’iscrizione al Registro delle opposizioni continua a ricevere telefonate commerciali non ha strumenti idonei per inoltrare un reclamo. Il decreto istitutivo del Registro non prevede modalità conciliative, né è ben chiaro se l’utente debba inoltrare il reclamo alla Fondazione Bordoni, tenutario del Registro, o all’Autorità della Privacy, responsabile del comportamento scorretto delle aziende di telemarketing». Una contestazione che entra nel merito delle procedure, quindi, chiedendo maggior chiarezza per consentire una migliore assistenza ai consumatori.

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