Twitter sospende gli account alt-right

Twitter ha iniziato a sospendere i maggiori account legati al movimento alt-right, la destra nazionalista che avrebbe contribuito all'elezione di Trump.
Twitter ha iniziato a sospendere i maggiori account legati al movimento alt-right, la destra nazionalista che avrebbe contribuito all'elezione di Trump.

Twitter, dopo aver implementato all’interno del social network nuovi strumenti contro la lotta all’abuso e alle molestie, ha iniziato a sospendere gli account degli utenti collegati ai movimenti alt-right, cioè ai movimenti politici della destra alternativa che avrebbero aiutato Donald Trump a venire eletto alla presidenza americana. Tra questi c’è Richard Spencer, presidente e direttore del National Policy Institute che punta all’esaltazione della razza bianca. Spencer ha detto, infatti, che vuole i neri, gli asiatici, gli ispanici e gli ebrei fuori dagli Stati Uniti.

Twitter ha sospeso anche altri account di attivisti famosi tra cui Paul Town, Pax Dickinson, Ricky Vaughn e John Rivers. Durante un’intervista a The Daily Caller, Spencer ha avuto parole dure sul comportamento di Twitter definendolo “stalinismo aziendale”. Il social network ha, comunque, evitato di commentare ogni iniziativa o affermazione per ragioni di privacy e di sicurezza. I movimenti alt-right su piattaforme come Twitter e Facebook sono stati molto attivi durante tutta la recente campagna presidenziale. Secondo uno studio condotto dalla George Washington University nel mese di settembre, sebbene Twitter abbia dato un giro di vite alle attività dell’IIS all’interno della piattaforma, i nazionalisti bianchi e neo-nazisti hanno continuato a prosperare all’intero del social network.

Nel mese di luglio, Twitter aveva bannato il troll Milo Yiannopoulos che aveva diffuso messaggi razzisti contro l’attrice Leslie Jones che ha recitato nel recente film Ghostbusters ma mai sino ad ora il social network aveva portato avanti iniziative su così larga scala.

Le sospensioni degli account arrivano successivamente alla nomina da parte di Trump di Steve Bannon come “chief strategist” della Casa Bianca. Una figura controversa in quanto ha apertamente abbracciato idee razziste e antisemite in passato. La sua nomina ha sollevato serie preoccupazioni per l’influenza che potrà esercitare sull’amministrazione Trump in futuro.

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