L'ICANN rimanda la rivoluzione?

L'apertura indiscriminata delle estensioni di dominio è un progetto che andrà in porto, ma ancor non si sa quando. L'ICANN per ora perde tempo, persa probabilmente a trovare un regolamento definitivo che sgombri il campo da ogni dubbio
L'apertura indiscriminata delle estensioni di dominio è un progetto che andrà in porto, ma ancor non si sa quando. L'ICANN per ora perde tempo, persa probabilmente a trovare un regolamento definitivo che sgombri il campo da ogni dubbio

La rivoluzione del mondo dei nomi a dominio potrebbe essere rinviata. Al momento si tratta di supposizioni basate sull’incertezza, ma il passo indietro dell’ICANN è ufficiale ed appare evidente lo stato di difficoltà che si cela tra le dichiarazioni formali elargite alla stampa.

La rivoluzione dei domini doveva arrivare entro il 30 settembre. Ora, quando l’anno è appena cominciato, l’ICANN già smonta la precedente scadenza trasformandola in un “entro il 2009“. Lo spostamento tra il 31 dicembre ed il 30 settembre è talmente breve che, alla luce dei mesi che ancora mancano al possibile avvio, appare più che probabile un ulteriore rinvio della scadenza in un non meglio precisato periodo del 2010. La conferma è giunta per voce di Karla Valente, Director of Product Services and Communications dell’ICANN.

La rivoluzione avrebbe dovuto portare ad una estensione senza limiti delle desinenze di dominio ipotizzabili. Al fianco dei vari .com, .net o .it avrebbe ad esempio potuto nascere il .webnews, estensione sotto cui l’amministratore autorizzato avrebbe potuto registrare i domini preferiti secondo le proprie regole. Aprire un gTld sarebbe diventata dunque una mera questione monetaria: serve danaro per ottenere la certificazione, serve denaro per organizzare e gestire l’intero sistema. Le registrazioni avrebbero dovuto avere limiti precisi in quanto a copyright o sovrapposizioni varie, ma le regole dell’ICANN non hanno nel tempo fatto sufficiente chiarezza per diramare tutti i dubbi sul tema.

Le cause del rinvio sono perlopiù ignote. L’ICANN, a quanto pare, non avrebbe ancora risolto gli snodi tecnici, legali e regolamentativi utili per avviare un progetto di successo. Al tempo stesso è più che probabile una forte incidenza dell’attuale crisi economica sull’intero settore: una diminuzione dell’appetibilità dei nomi a dominio potrebbe avere parallelamente sgonfiato le aspettative sulle quali si basava il nuovo sistema. VeriSign pregusta da tempo le opportunità esistenti (è ipotizzabile infatti una gestione subappaltata dei nuovi domini ad aziende già esperte e dotate della strumentazione e del capitale umano necessari), l’ICANN è compatta nella necessità di cogliere la nuova opportunità, ma il rischio del fallimento potrebbe essere troppo forte per autorizzare il rischio di un lancio con tempismo sbagliato.

A pregustare interessanti affari dalla prospettiva dei nuovi domini v’era tra gli altri anche la città di New York. Il dominio .nyc è stato ipotizzato per creare maggiore identità tra cittadini ed aziende della Grande Mela: 10 dollari annui per ogni registrazione avrebbero significato milioni di dollari per una città che fa della propria unicità il proprio emblema. Il dominio .nyc, però, ora dovrà attendere: lunga vita al .com, almeno fin quando l’annunciata rivoluzione non riuscirà davvero a prendere il largo.

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