Startup in Europa, c'è bisogno di talenti

Trenta leader di aziende hi-tech hanno scritto una lettera aperta per chiedere all'Europa di spingere sulla creazione di imprese digitali e innovative.
Trenta leader di aziende hi-tech hanno scritto una lettera aperta per chiedere all'Europa di spingere sulla creazione di imprese digitali e innovative.

Un gruppo di imprenditori provenienti dalle principali aziende hi-tech si è coalizzato per chiedere all’Europa di investire sulla formazione e preparazione dei più giovani, in vista di quella che dovrebbe essere una ripresa economica fondata sul digitale. Il rischio è che, non seguendo tali principi, aumenti il gap tra i paesi del vecchio continente e gli altri, in materia di innovazione e tecnologia.

Il gruppo ha dunque scritto una lettera, pubblicata a questo indirizzo, dove si invitano i leader politici europei a incentivare progetti non solo finalizzati ai temi tech ma anche alla nascita di iniziative vere e proprie, che possano sfociare in startup e idee concrete. “L’Europa potrebbe essere il continente dal più alto tasso di imprenditoria al mondo ma la disponibilità limitata di talenti necessaria ad alimentare il suo ecosistema è un serio ostacolo alla crescita  – si legge nella lettera – ecco perché noi, fondatori e dirigenti delle principali aziende tecnologiche europee esortiamo i responsabili politici a mettere quei talenti in cima alla loro agenda”.

I firmatari, tra cui figurano gli amministratori delegati di BlaBlaCar, Farfetch, Stripe, Delivery Hero e Criteo, ricordano che al ritmo attuale, le startup europee dovrebbero assumere almeno 100 mila  dipendenti nel prossimo anno per affermarsi sul mercato. Un numero che difficilmente verrà raggiunto soprattutto nei paesi che non godono di incentivi a favore delle realtà imprenditoriali giovanili. Il problema, secondo la coalizione, sta nelle differenti strategie attuate nazione per nazione, che hanno creato equilibri diversi e una eterogeneità di base che disgrega un valido e funzionale tessuto per le startup.

L’Italia, dal canto suo, vuole fare qualcosa. Nella legge di bilancio che si discute proprio in questi giorni alla Camera vi è un’importante nota che riguarda le startup e le imprese under 35. Queste potranno avere un’aliquota agevolata del 5% per i quattro periodi di imposta successivi all’apertura dell’attività, potendo godere così di un regime migliore rispetto a quello attuale.

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