Quando Google rubò il cielo

Google è stata citata in giudizio in una causa milionaria per aver rubato l'idea di Sky, la funzione di Google Earth per viaggiare nel cosmo. La paternità dell'invenzione spetterebbe a Jonathan Cobb, che propose la sua idea a Google in alcune email
Google è stata citata in giudizio in una causa milionaria per aver rubato l'idea di Sky, la funzione di Google Earth per viaggiare nel cosmo. La paternità dell'invenzione spetterebbe a Jonathan Cobb, che propose la sua idea a Google in alcune email

Google ha rubato "il cielo" al suo inventore. Non ha dubbi in proposito Jonathan Cobb, che ha recentemente citato in giudizio la società di Mountain View per avergli sottratto l’idea di Sky, una delle ultime implementazioni dell’applicativo Google Earth. L’azione legale, depositata nella Corte federale di Atlanta (Georgia – USA), richiede un risarcimento di 25 milioni di dollari.

Rilasciata negli ultimi giorni dell’agosto 2007, la funzione Sky di Google Earth consente una navigazione tridimensionale nella volta celeste con funzioni simili alla tradizionale ricerca geografica. Inserendo il nome di un corpo celeste, è possibile esplorare il Cosmo ottenendo informazioni sull’astro cercato e ciò che lo circonda. Una funzione che, grazie alle numerose immagini fornite dagli enti spaziali, ha raccolto da subito i favori dei tanti utenti dell’applicativo sviluppato da Mountain View.

Stando alla sua ricostruzione, Jonathan Cobb sarebbe il vero inventore della funzione Sky. Assunto in appalto attraverso la società WorkforceLogic, nel corso del 2006 Cobb ebbe un intenso scambio di email nel Google Group legato al progetto Google Earth. In uno dei messaggi di posta elettronica, egli avrebbe apertamente discusso la propria idea per l’implementazione di un nuovo servizio per navigare virtualmente nel Cosmo. A supporto della sua proposta, Cobb avrebbe fornito precise indicazioni sulla possibile interfaccia grafica e sull’organizzazione del motore di ricerca interno all’applicativo per gestire e identificare i corpi celesti.

Alle sue proposte, Jonathan Cobb avrebbe però ricevuto tiepidi riscontri da parte dei manager coinvolti nella gestione di Google Earth. Pochi mesi dopo, la società di Mountain View iniziò l’oggettivo sviluppo del futuro Sky che, sempre secondo la versione di Cobb, avrebbe poi contenuto molte delle proposte avanzate dallo sviluppatore. Mentre al momento Google non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulla questione, per Cobb si apre la fase più delicata del suo impianto accusatorio: mostrare con prove oggettive la paternità del suo Cielo.

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