Le vacanze degli italiani iniziano online

26 milioni di italiani nel mese di giugno hanno cercato la meta delle proprie vacanze, dando vita ad un ricco filone per e-commerce e marketing.
26 milioni di italiani nel mese di giugno hanno cercato la meta delle proprie vacanze, dando vita ad un ricco filone per e-commerce e marketing.

Giugno: inizia l’estate, il caldo accende i desideri di vacanze e l’utenza accende il pc per iniziare a sognare il proprio viaggio. Secondo quanto rilevato da una ricerca realizzata da SpeedVacanze in collaborazione con Best Network, ben 26 milioni di italiani hanno cercato sul Web la meta delle proprie vacanze, dando così corpo ad un enorme mercato fatto di advertising, e-commerce e marketing online.

«A trainare l’Internet economy italiana», spiega la ricerca, «è il comparto dei viaggi (32%), dei servizi finanziari (27%) e dell’e-commerce per quanto riguarda l’abbigliamento e gli articoli sportivi (23%), che sono i settori privilegiati dello shopping virtuale degli italiani». Il tutto con enormi ricadute sull’economia nazionale, così come dettagliato dal fondatore di SpeedVacanze Giuseppe Garmbardella: «L’Internet economy italiana vale oltre 32 miliardi di euro, l’equivalente del 2% del Pil italiano. Ma se oltre all’impatto diretto di Internet sull’economia si considerano anche gli impatti indiretti, come ad esempio il valore dei beni e servizi trovati on-line e successivamente acquistati off-line, il totale dell’impatto diretto e indiretto di Internet sull’economia italiana è di quasi 60 miliardi di euro».

La ricerca consente di dare corpo e dimensione ad un mercato che, realizzandosi online, è spesso invisibile pur avendo enormi ricadute sulle attività di chi opera nel settore. Internet è spesso sinonimo di sconti, offerte e vastità di scelta e per questo motivo il turismo ha molto da ottenere dagli investimenti nel comparto. Alla luce di tali risorse diviene ancor più doloroso il nervo scoperto di Italia.it, il portale che avrebbe dovuto essere il volano al turismo nel nostro paese e che invece è divenuto nel tempo sinonimo di fallimento, incapacità gestionale e cecità strategica.

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