Facebook, ora il logout è un vero logout

Facebook ha corretto il bug che rendeva soltanto parziale la procedura di logout dal social network. Ma la questione non è probabilmente ancora chiusa.
Facebook ha corretto il bug che rendeva soltanto parziale la procedura di logout dal social network. Ma la questione non è probabilmente ancora chiusa.

Tramite il blog di Nik Cubrilovic è possibile apprendere l’avvenuta risoluzione del bug segnalato nelle ore scorse nel sistema di logout di Facebook. Quello che Facebook ha definito come un “bug”, nelle prime ore è sembrato invece un dolo che l’utenza più attenta ha mal digerito e le polemiche successive hanno costretto così il gruppo ad intervenire rapidamente a soluzione del caso.

Quel che Cubrilovic ha scoperto è il fatto che Facebook non cancella dai propri cookies l’identificazione dell’utente pur in presenza di una procedura di logout. L’utente che sceglieva di non essere più identificato su Facebook, insomma, veniva comunque tracciato su ognuno dei siti sparsi per il Web che contengono un plugin del social network (il classico “mi piace” è sufficiente). In questi casi il percorso degli utenti veniva tracciato senza che questi ultimi ne avessero la benché minima consapevolezza poiché in presenza di un logout si ha la logica convinzione di aver dissociato le proprie attività dalla propria identità.

Facebook ha spiegato di aver valutato a fondo le proprie procedure e di aver giudicato come un “bug” la persistenza dell’identificativo dell’utente all’interno del browser. Facebook ha pertanto promesso immediato intervento a soluzione del tutto, ma afferma altresì di voler conservare altre informazioni (accesso al network, browser utilizzato) per finalità differenti quali la lotta allo spam ed ai bot.

La situazione rispetto a poche ore fa è cambiata: grazie alla pubblica segnalazione di Nik Cubrilovic, Facebook è dovuto intervenire sui cookies eliminando l’identificativo che da più parti era visto come una palese violazione della privacy degli utenti (moltiplicata su una community da 800 milioni di persone). Contemporaneamente, però, lo stesso Cubrilovic avverte di aver già identificato altre magagne simili nel funzionamento di Facebook e consiglia pertanto a tutti gli utenti di certificare la propria privacy eliminando a mano i cookies o utilizzando appositi tool allo scopo, così da evitare il tracciamento continuo del social network durante la tipica navigazione online.

La battaglia di Cubrilovic è stata vinta, ma la sensazione è quella per cui la guerra sia ancora lunga.

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