Safety Truck: la verità sul video virale

Il Samsung Safety Truck esiste: il video del monitor installato dietro gli autoarticolati è un progetto in essere che Samsung auspica di poter realizzare.
Il Samsung Safety Truck esiste: il video del monitor installato dietro gli autoarticolati è un progetto in essere che Samsung auspica di poter realizzare.

Un video sta raccogliendo un altissimo numero di condivisioni in queste ore su ogni social network in grado di veicolarne il “play”. Si tratta del “Safety Truck” di Samsung, un progetto che al momento altro non è se non mero prototipo in grado di solleticare immediatamente la fantasia di ogni guidatore. Il motivo è del tutto semplice da capire, ma ha al tempo stesso un altissimo significato: il messaggio che passa è quello per cui l’innovazione possa essere una risposta utile possibile per ogni situazione, soprattutto tra le strade, laddove limiti fisici e regolamentari tendono a porre ostacoli sulla tranquilla percorrenza degli spazi.

Il filmato, anzitutto:

Ed una conferma: non si tratta soltanto di una operazione promozionale e, anzi, si tratta di un cantiere che il gruppo coreano conta di aprire in tempi rapidi.

Samsung Truck: la sicurezza in un monitor

Il filmato ha raccolto un altissimo numero di condivisioni per un motivo molto semplice: presenta una risposta possibile ad un problema che in molti hanno vissuto sulla propria pelle. Il problema in questione è quello del sorpasso di un autoarticolato, il cui cassone posteriore spesso e volentieri cela la vista sulla strada impedendo anche la più semplice manovra di sorpasso. Quando la visuale è impedita, infatti, il sorpasso è formalmente impossibile in condizioni di sicurezza: chiunque abbia provato tale situazione, magari su lunghe percorrenze, si è trovato a dover limitare il proprio incedere alla velocità di crociera dell’autoarticolato, rinunciando ai sorpassi per evitare incaute situazioni di rischio.

In queste situazioni il problema è uno soltanto: la visibilità sulla strada. E la soluzione indicata da Samsung è in qualche modo semplice: una videocamera posizionata sul fronte anteriore dell’autocarro, un monitor posizionato sul lato posteriore e la possibilità per l’auto che segue di vedere in diretta quel che succede sul tratto di carreggiata che al termine del sorpasso si andrebbe ad occupare. Così facendo diventa possibile scrutare in lontananza la strada, senza dover continuamente tentare di sbirciare in attesa del momento opportuno (peraltro con tutte le logiche difficoltà di valutazione sulla velocità e gli spazi della manovra).

In Argentina ogni ora una persona muore in un incidente stradale. Molti di questi in fase di sorpasso.

Samsung Truck: come è strutturato

Quello che il primo aprile sarebbe vissuto dal pubblico come un simpatico scherzo nerd, in realtà è un progetto che Samsung intende portare avanti con serietà. Il tutto consta in una videocamera wireless che è possibile montare senza difficoltà sulla parte frontale del camion. Le immagini riprese vengono inviate a quattro monitor posteriori, i quali possono così mostrare in presa diretta quel che succede, sia di giorno che di notte. I test sarebbero già in corso, tentando di capire quali possano essere i formati e le specifiche migliori per raggiungere un risultato all’altezza delle ambizioni portate avanti da un progetto simile (la cui promessa prima è quella di salvare vite umane).

I test condotti finora avrebbero supportato le argomentazioni a favore dell’idea. Il progetto passa ora ad una nuova fase, nella quale il concept deve essere analizzato nei dettagli per valutare l’aderenza alle normative e, nel caso, limare le sfumature per ottimizzare l’efficacia dell’idea. Per fare del monitor posteriore una soluzione praticabile, infatti, occorre garantire le comunicazioni tra videocamera e display; occorre calibrare la definizione, la dimensione, la luminosità e il contrasto delle immagini; occorre verificare l’impatto sulla guida nelle varie condizioni di luminosità; occorre sperimentare il miglior angolo di ripresa per ottimizzare la percezione degli spazi sul monitor posteriore; occorre certificare il tutto affinché non abbia conseguenze collaterali che possano causare (invece di limitare) le situazioni di pericolo potenziali.

Samsung ha la soluzione: aggiungere tecnologia ai propri autoarticolati

Un palliativo?

L’idea del Safety Truck è sicuramente curiosa e potenzialmente immediata: la tecnologia per realizzare il tutto esiste, è facilmente disponibile e Samsung ha tutte le competenze necessarie per rendere il concept realizzabile. L’impatto positivo sulla sicurezza dei veicoli e delle persone potrebbe dunque essere immediatamente positivo. Tuttavia trattasi di una soluzione che, in ottica di lungo periodo, sembra rappresentare una sorta di palliativo da utilizzarsi in attesa di una soluzione vera e definitiva.

Con l’avvento della mobilità connessa e di nuovi veicoli intelligenti, infatti, è auspicabile un controllo più semplice e immediato della situazione, senza l’orpello di monitor montati sul retro di un camion per mostrare la situazione sulla carreggiata. Le comunicazioni tra veicoli, inoltre, potrebbero in futuro generare avvisi di prudenza o di via libera prima di avviare un sorpasso, rimettendo la valutazione di opportunità ad un algoritmo invece che alla coordinazione occhio-piede del guidatore.

Samsung Safety Truck è un’idea che deve fungere da stimolo, insomma, ma che non rappresenta una situazione di approdo definitiva. La mobilità sicura può attingere da risorse ben più innovative, in grado di aumentare i benchmark in termini di intelligenza nella valutazione del contesto e dei parametri di marcia del veicolo. Il tutto, peraltro, consentirebbe di andare oltre la semplice responsabilità sociale per rendere le tecnologie per la sicurezza strutturali nei progetti di mobilità e nelle normative correlate.

L’industria dell’automotive, che sta lavorando in quest’ottica alzando di molto i benchmark dell’ambizione da perseguire, ragiona ormai in ottica integrata e di lungo periodo: la tecnologia sarà una soluzione quando diventerà parte del sistema e non semplice complemento ai modelli attuali. L’idea del gruppo coreano è valida, insomma, ma non definitiva; curiosa, ma non di lungo periodo; una tappa all’interno di un percorso necessario, non certo la meta ultima.

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