AssoProvider, nuovo affondo contro Google

AssoProvider sfida Google: respinge la mano di Eric Schmidt sulle PMI italiane e chiede alle istituzioni di riflettere sul ruolo del gruppo nel paese.
AssoProvider sfida Google: respinge la mano di Eric Schmidt sulle PMI italiane e chiede alle istituzioni di riflettere sul ruolo del gruppo nel paese.

Nei giorni scorsi Eric Schmidt ha avuto occasione di affrontare l’argomento Italia confidando il proprio credo nelle opportunità del nostro paese e scommettendo sulle PMI per il futuro: l’incontro tra la piccola impresa e la rete potrà restituire importanti opportunità al sistema economico, al ritmo della produzione ed al reinnesto di dinamiche produttive virtuose. Le parole dell’ex-CEO Google, però, non sono state colte con particolare favore da chi già in passato non ha fatto mistero di voler respingere la voce suadente del grande gruppo che da Mountain View elargisce il proprio servizio alla piccola azienda nostrana. AssoProvider, così, ha ribadito il proprio punto di vista respingendo ancora una volta i progetti del team di Mountain View nel nostro paese.

«In risposta alle recenti dichiarazioni rilasciate all’Espresso da Schmidt, presidente di Google, Assoprovider fa notare che gli italiani e le pmi italiane non hanno certo bisogno dell’intervento “provvidenziale” di Google con LaMiaImpresaOnline per vedere realizzato il proprio sito web. Tali dichiarazioni risultano arroganti e irrispettose di una intera categoria di web designer italiani, di cui il sig. Schmidt sembra denigrare le competenze e le professionalità. Non serve di certo Google per salvare le pmi italiane, anzi la posizione dominante che si configura palesemente per Google nel mercato della indicizzazione porterebbe l’industria italiana del web a chiudere i battenti e di conseguenza il paese ad arretrare, divenendo per di più dipendente dall’estero in un settore industriale all’avanguardia». Le vecchie posizioni rimangono dunque su fazioni diametralmente opposte, senza apparente possibilità di incontro. Ed ancora una volta AssoProvider conferma le proprie accuse, puntando il dito sulle opportunità che possono spingere il gruppo statunitense a portare i propri investimenti in Italia in cooperazione con Pagine Gialle, Register e Poste Italiane.

L’accusa è accompagnata peraltro da argomentazioni ulteriori e collaterali che non aggiungono nulla al dibattito, ma che sottolineano una volta di più quanto le parti siano lontane e le posizioni inconciliabili:

Inoltre, vista anche la difficile situazione finanziaria nazionale, ci risulta difficile comprendere come ci starebbe aiutando una società che porterebbe fuori dall’Italia 2 miliardi di Euro senza pagare un Euro di tasse in questo paese.

Siamo certi che i politici italiani risponderanno a Google come i colleghi francesi su questi temi.
Google è divenuto un mostro “commerciale” ed è ora di tenerne conto: vista la pervasività dei motori di ricerca nella vita privata dei cittadini di un paese straniero come l’Italia e considerato che già oggi l’industria dei Search Engine è di interesse strategico almeno quanto lo è la tradizionale industria della Difesa, pensiamo sia arrivato il momento per il Governo di avviare una riflessione attenta su questi temi.

Un assist alle istituzioni, insomma, per una sfida frontale che AssoProvider non fa mistero di voler cavalcare.

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