Schiaparelli: ESA spiega le ragioni dello schianto

L'Agenzia Spaziale Europea spiega cosa potrebbe essere andato storto e aver causato lo schianto della sonda Schiaparelli sul suolo del pianeta rosso.
L'Agenzia Spaziale Europea spiega cosa potrebbe essere andato storto e aver causato lo schianto della sonda Schiaparelli sul suolo del pianeta rosso.

Il 20 ottobre scorso la missione ExoMars ha visto il Trace Gas Orbiter posizionarsi correttamente all’interno del suo percorso orbitale intorno a Marte, ma la sonda Schiaparelli non è riuscita nell’intento di raggiungere indenne il suolo del pianeta rosso. È precipitata e lo schianto ha causato il silenzio nelle comunicazioni. Oggi l’Agenzia Spaziale Europea fornisce un primo esito delle indagini condotte per fare chiarezza su quanto accaduto.

L’ESA sottolinea innanzitutto che non si tratta di una sentenza: l’esame dei dati raccolti proseguirà fino ai primi mesi del 2017, ma già oggi è possibile ipotizzare uno scenario. Il paracadute si è aperto come previsto ad un’altitudine pari a 12 Km e alla velocità di 1.730 Km/h, così come il distacco dello scudo termico è avvenuto a 7,8 Km dalla superficie. In quella fase il radar Doppler ha funzionato correttamente fornendo le misurazioni necessarie perché il sistema di bordo potesse gestire la navigazione durante la discesa.

Un problema si è però verificato con la Inertial Measurement Unit (IMU), poco dopo l’apertura del paracadute. Questo strumento misura le rotazioni del veicolo e i dati forniti in output sono stati differenti rispetto a quanto previsto nelle simulazioni. L’informazione ha provocato stima sbagliata nella valutazione dell’altitudine, ritenuta erroneamente negativa, ovvero al di sotto del livello del terreno. Questo, di conseguenza, ha causato il distacco anticipato del paracadute e della calotta di protezione, una breve accensione dei propulsori frenanti e l’attivazione dei sistemi on-ground, ovvero quelli che avrebbero dovuto essere alimentati solo in seguito all’atterraggio. Tutto ciò è avvenuto ad una distanza dal suolo pari a circa 3,7 Km, il che spiegherebbe lo schianto e la successiva impossibilità di comunicare con la sonda.

Secondo David Parker, Director of Human Spaceflight and Robotic Exploration dell’ESA, questo sarebbe quanto accaduto. Una teoria confermata anche dalle simulazioni condotte in seguito al crash.

Si tratta di una conclusione preliminare delle nostre indagini tecniche. Un quadro completo sarà fornito all’inizio del 2017, con il contributo di un report stilato da un consiglio d’inchiesta esterno e indipendente.

La caduta di Schiaparelli ha costituito un duro colpo per l’Agenzia Spaziale Europea, ma non ne ha certo ridimensionato le ambizioni. Anzi, anche da una situazione di questo tipo, dal verificarsi di imprevisti, è possibile trarre insegnamenti e feedback utili per migliorare l’efficienza e l’affidabilità delle missioni che saranno lanciate in futuro.

Abbiamo imparato molto da Schiaparelli e ci tornerà utile per la seconda missione Exomars in fase di sviluppo con i nostri partner internazionali e che sarà lanciata nel 2020.

Nel comunicato ufficiale anche le parole di Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

ExoMars è estremamente importante per la scienza e l’esplorazione a livello europeo. Insieme a tutti i paesi che partecipano al programma lavoreremo per il successo della seconda missione. La solida partnership tra ESA e ASI continuerà ad essere fondamentale per questa entusiasmante e importante missione europea.

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