Intel e Qualcomm? Quasi alleate di Huawei

Temendo perdite per vari miliardi di dollari, Intel e Qualcomm chiedono di ripensare al divieto posto a Huawei di non poter commercializzare con loro.
Temendo perdite per vari miliardi di dollari, Intel e Qualcomm chiedono di ripensare al divieto posto a Huawei di non poter commercializzare con loro.

Qualcomm e Intel fanno parte di quel gruppo di compagnie, con sede negli Stati Uniti, che aveva spinto per una forte regolamentazione in merito alle attività di Huawei. Nella pratica, queste e molte altre aziende pensavano di poter ottenere dei vantaggi dalla fornitura di materiale solo a compagnie controllate, nella loro supply chain, dagli States, o almeno con una catena di montaggio più trasparente. Le cose stanno andando esattamente al contrario nei risultati.

Reuters riferisce che Intel e Qualcomm hanno partecipato a un incontro con il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per discutere della possibilità di un rientro del divieto, che potrebbe causare perdite per circa 11 miliardi di dollari in totale.

Non si tratta di aiutare Huawei, si tratta di prevenire i danni alle compagnie americane – ha detto un portavoce di una delle due – ascoltato alla fine dell’incontro a Washington.

Le aziende sostengono che la stragrande maggioranza delle parti hardware utilizzate dalle compagnie cinesi sono già disponibili presso fornitori alternativi e, di conseguenza, Huawei e co. non si metterebbero di certo in ginocchio a supplicare le americane per un supporto di cui, di fatto, non necessitano.

Se le stime ci ricordano che la spesa di Huawei in prodotti statunitensi lo scorso anno è stata appunto di 11 miliardi di dollari, questa ha rappresentato circa il 15% dell’impegno totale della multinazionale in fornitura, considerando anche la divisione enterprise. Una cifra importante, tanto che la sola Broadcom dovrebbe subire perdite pari a 2 miliardi di dollari, a chiusura anno fiscale.

Al momento, le società statunitensi sono in grado di negoziare con Huawei entro i 90 giorni in cui la situazione del ban è in stallo. Ciò non segna un rallentamento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ma è comunque un periodo utile a capire come intavolare un discorso più equo. La Casa Bianca ha già accennato al fatto che un accordo potrebbe rimettere le cose apposto, probabilmente a seguito del pagamento di una forte multa, col dubbio che tutto questo circo sia stato messo in piedi per vari motivi, di certo non inerenti la sicurezza.

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