Con l'iPod il pacemaker perde ritmo

L'iPod ed i pacemaker non vanno daccordo: una ricerca ha dimostrato infatti come la vicinanza dei player MP3 con i pacemaker generano problemi potenzialmente gravi per il sostegno applicato nei casi di insufficienza cardiaca
L'iPod ed i pacemaker non vanno daccordo: una ricerca ha dimostrato infatti come la vicinanza dei player MP3 con i pacemaker generano problemi potenzialmente gravi per il sostegno applicato nei casi di insufficienza cardiaca

Uno studente di 17 anni ha dimostrato, dati alla mano, che la presenza di un iPod vicino al torace di un paziente avente impiantato un pacemaker può arrecare disturbo alla regolare attività del cuore. La ricerca avrebbe portato l’iPod alla distanza di 5 cm dal torace, per 5/10 secondi, ad un panel di 100 pazienti di età media di 77 anni ed il 50% delle volte è stata registrata una qualche irregolarità.

La ricerca, realizzata al Thoracic and Cardiovascular Institute presso la Michigan State University, è stata presentata alla convention annuale della Heart Rhythm. L’iPod è stato usato come emblema principe di quella che è la categoria dei lettori MP3: la presenza di dispositivi di questo tipo nelle vicinanze di un pacemaker potrebbero dunque generare attività elettromagnetiche dannose che, spiega Jay Thaker (colui che ha guidato lo studio), potrebbero portare i medici a diagnosi errate con tutto quel che può conseguirne (secondo CBC durante i test un paziente avrebbe addirittura visto il proprio pacemaker fermarsi del tutto, mentre in molti casi il supporto avrebbe perso colpi non accompagnando a dovere le necessità del cuore).

Il problema non è ovviamente ricollegabile direttamente all’iPod, ancor più che l’utenza usata per il test non è propriamente l’utenza-tipo del player di Cupertino. La ricerca evidenzia però i problemi che i dispositivi elettronici sono in grado di causare sul corpo nonostante spesso gli studi del settore neghino qualsivoglia incidenza. Problemi simili sono già stati registrati con piastre elettriche, forni a microonde e cellulari: l’estrema diffusione dei dispositivi mobile imporrà ora nuove ricerche onde evitare problemi ulteriori a chi già deve sopperire ad una carenza cardiaca.

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