Michael Fricklas: denunciare gli utenti è terrorismo

Micheal Fricklas, l’avvocato di punta del gruppo Viacom, in una recente conferenza all’Università di Yale, ha spiegato quanto sia difficile citare in giudizio gli utenti del P2P. L’affermazione è sicuramente sorprendente, considerando che proprio Fricklas è la mente dietro alla richiesta danni di 1 miliardo di dollari intentata da Viacom a YouTube.

L’avvocato, tuttavia, sottolinea come l’industria discografica spesso adotti un approccio troppo duro nei confronti degli utenti, dimenticando il rispetto che dovrebbe essere riconosciuto ai consumatori. Fricklas, inoltre, si dichiara un fiero sostenitore del fair use e un osservatore attento delle innovazioni che nascono proprio grazie alla rete Internet.

Fricklas arriva addirittura a paragonare queste cause legali a vere e proprie forme di terrorismo, proprio perché l’industria impiega ingenti mezzi di cui l’utente non è in grado di farsi carico:

Citare qualcuno in giudizio per violazione del copyright è costoso, doloroso e prevaricante. Vengono impiegati avvocati davvero dispendiosi, l’utente ha risorse limitate, sembra di compiere del terrorismo. I consumatori devono essere trattati con rispetto. Sebbene io faccia parte di una grande compagnia, come consumatore e come amante della tecnologia e di tutte le cose interessanti che succedono in rete, sono d’accordo con i critici. Ad esempio, mi importa molto del fair use.

Proprio per questi motivi, l’avvocato ha spiegato diffusamente le ragioni della causa di Viacom contro YouTube. Il gruppo, in questo caso, è favorevole al fair use da parte degli utenti ma, ovviamente, non è d’accordo con la monetizzazione dei propri contenuti da parte di soggetti terzi. Fricklas, per rendere più evidente la questione, ha portato come esempio la registrazione dell’exploit di Kayne West agli ultimi MTV Awards. Viacom, tramite il sistema di riconoscimento automatico del copyright integrato in YouTube, ha bloccato la proliferazione del video sulla piattaforma, in modo che soggetti terzi non potessero trarre un profitto economico. Allo stesso stempo, il gruppo ha garantito il diritto al fair use permettendo agli utenti, tramite il proprio sito ufficiale, la diffusione della stessa registrazione.

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