Chi ha bocciato Courier? Bill Gates

Secondo alcuni retroscena, la parola di Bill Gates è stata probabilmente decisiva nella bocciatura di Courier dai piani Microsoft per il mondo tablet.
Secondo alcuni retroscena, la parola di Bill Gates è stata probabilmente decisiva nella bocciatura di Courier dai piani Microsoft per il mondo tablet.

Perché va detto: Microsoft Courier aveva fatto sognare molti. In un solo device si concentravano le qualità di un dispositivo di sicura qualità e la chimera di vedere Microsoft volare al di sopra degli standard. Courier nasceva come un prototipo di nuovo respiro, una boccata d’ossigeno all’interno di un gruppo soffocato tra le radici desktop e la difficoltà di scrollarsi un passato troppo pesante. Poi però improvvisamente Courier è stato abbandonato. E il sogno è sfumato. Oggi, a distanza di mesi da allora, emergono i motivi di tale scelta.

L’ultima parola l’avrebbe avuta Bill Gates. Nonostante sia ormai fuori dai processi decisionali interni all’azienda, la questione Courier sarebbe stata posta in virtù della necessità di giungere ad una definizione degli obiettivi che Microsoft intendeva porsi nel mondo tablet. La questione si è rivelata però ben più spinosa di quanto potesse apparire, perché la scelta non si limitava certo al singolo ambito tablet, ma affondava le radici in un più generale ripensamento delle strategie di Redmond. E così, di fronte ad un bivio, la preferenza di Bill Gates ha fatto la differenza. E Courier è passato dal cassetto dei progetti al semplice ricordo di un concept mai partorito. Il progetto è stato definitivamente chiuso nel mese di maggio.

Nel momento in cui Microsoft ha posto la questione al proprio team, le proposte sono state due: quella di J. Allard, a capo del progetto Xbox, e quella di Steven Sinofsky, a capo della divisione Windows. Il primo vedeva la possibilità di un dispositivo nuovo, con interfaccia innovativa e grandi potenzialità da esprimere con polpastrelli e penna di interazione; il secondo ha invece intuito l’interfaccia Metro e l’idea Windows 8, con cui permeare verticalmente l’intera esperienza Windows.

Quest’ultimo aspetto ha fatto la differenza. Bill Gates, infatti, non avrebbe gradito in Courier l’eccessivo distacco rispetto alla tradizione Windows né il deliberato abbandono delle tradizionali metodologie in termini di gestione di documenti e posta elettronica. L’idea di Sinofsky garantiva insomma continuità con il passato, senza strappi né senza eccessivi rischi. L’idea Courier era invece una piroetta spettacolare, ma con rischi di caduta non sopportabili.

Allard ha lasciato Microsoft nei mesi scorsi: pur non legando il proprio addio alla bocciatura del progetto Courier (a quanto pare in fase relativamente avanzata), l’addio ha rappresentato una rottura forte e l’emersione della figura di Sinofsky, oggi volto primo dei progetti Microsoft per Windows 8. Se Courier è sparito, insomma, è perché ha volato troppo alto, senza tenere in stretta considerazioni le necessità di un gruppo che non può lasciare a terra la zavorra del proprio impero. Troppo di nicchia poiché focalizzato sulla produzione (e non sulla fruizione) dei contenuti, troppo competitivo nei confronti del mondo dei pc, troppo esigente in termini hardware: Courier è caduto sotto le proprie stesse ambizioni, rimanendo così un progetto vetrina caduto sul nascere.

L’alternativa è comunque valida, e presto darà i suoi frutti: nel futuro non ci sarà forse Courier, ma Windows 8 porta comunque in seno valide promesse. La via dei tablet rimane inesplorata, ma almeno è ora chiaro dai retroscena del passato quali siano stati i processi decisionali affrontati. E quale sia il ruolo di Bill Gates in questo frangente.

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