Facebook licenzia un ingegnere per stalking online

Dopo esser stata informata sulla questione, Facebook ha licenziato un dipendente che ha usato la sua posizione privilegiata nell'azienda per fare stalking.
Dopo esser stata informata sulla questione, Facebook ha licenziato un dipendente che ha usato la sua posizione privilegiata nell'azienda per fare stalking.

Dopo aver investigato, Facebook ha licenziato un suo ingegnere della sicurezza che era stato accusato di aver utilizzato gli accessi speciali di cui disponeva nella compagnia per fare stalking alle donne online, via Tinder. Lo ha confermato l’azienda stessa rispondendo a TechCrunch.

La problematica è stata sollevata nella giornata di lunedì, quando Jackie Stokes – fondatrice della società di sicurezza informatica Spyglass Security – ha twittato di avere delle prove dello stalking, dei log su Tinder provenienti da una fonte anonima. Tra queste prove, uno screenshot di una conversazione in chat tra l’uomo e una donna, dove l’ingegnere Facebook si descrive come uno “stalker professionale”:

Così, dopo aver scoperto che l’uomo lavora in Facebook attraverso il suo profilo Tinder, su LinkedIn e attraverso le connessioni di Alex Stamos (il responsabile attuale della sicurezza del social network in blu), e twittato l’informazione, l’impiegato di Facebook è stato licenziato immediatamente.

In una dichiarazione, Alex Stamos ha affermato che Facebook mette in atto severi controlli che impediscono ai dipendenti di utilizzare in modo improprio i dati di chiunque:

È importante che le informazioni personali siano mantenute sicure e private quando utilizzano Facebook. Ecco perché abbiamo rigorosi controlli delle policy e restrizioni tecniche in modo che i dipendenti accedano solo ai dati di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro, ad esempio per correggere i bug, gestire i clienti, sostenere problemi o rispondere a richieste legali valide. I dipendenti che abusano di questi controlli saranno licenziati.

Non è tuttavia chiaro in che modo l’oramai ex dipendente Facebook abbia potuto utilizzare il suo accesso privilegiato alla piattaforma per rintracciare le donne online.

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