No, il Mac Pro non è così caro come sembra

A seguito del lancio dei nuovi Mac Pro, si erge online lo sgomento dei difensori della tecnologia di massa, che dimenticano che il Mac non è di massa.
A seguito del lancio dei nuovi Mac Pro, si erge online lo sgomento dei difensori della tecnologia di massa, che dimenticano che il Mac non è di massa.

I nuovi Mac Pro, presentati da Apple in settimana, partono da un prezzo di 5.999 dollari. Tanto? Vista così si, sicuramente, ma il prezzo dei Mac non va di certo estratto dal suo contesto. I Mac sono costosi per un motivo: non coprono né la fascia media né quella bassa del mercato. Gli stessi che affermano che i Mac Pro hanno un cartellino esagerato si struggono perché l’iPhone low-cost, il modello XR, non è per nulla low-cost. La domanda è: siete mai entrati in un negozio di alta moda, o di lusso, anche in periodo di saldi? Se il comparatore è Zara, forse abbiamo un problema.

Apple ha speso anni per posizionarsi in un certo modo nel mercato di consumo e non sarà certo il mood della rete a farle cambiare idea. Del resto, possiamo trovare opzioni più economiche di prodotti che fanno il verso a quelli della Mela, magari in un modo nemmeno troppo nascosto, ma avere tra le mani dispositivi simili ci restituisce un’esperienza “simile”, di certo non la stessa della mamma di Cupertino. Il punto, da fissarsi bene in mente, è che Apple non vende computer per tutti. Ad esempio, chi necessita di un PC entry-level oppure una macchina dedicata ai videogame può benissimo rivolgersi altrove.

Prima di passare a macOS pensavo non vi fosse vita oltre Windows. E probabilmente è così per i gamer più incalliti, per chi usa un PC solo per scrivere in Word. Per tutti gli altri un Mac è la svolta. C’è un secondo elemento da considerare: MacBook o Mac Pro, di norma, offrono un valore di rendita, nel tempo, più elevato. Prova a rivendere un qualsiasi computer Windows e otterrai, se ti va bene, il 50% di quanto hai speso, anche dopo un solo anno di utilizzo e condizioni estetiche e funzionali non compromesse.

Il cartellino di un Mac usato si attesta, in media, al 70% del suo valore iniziale, a parità di condizioni. C’è un fatto, determinante e pressoché oggettivo: i Mac Pro tendono a durare di più rispetto ai PC.  Windows 10 ha fatto passi in avanti da gigante quando si tratta di ottimizzazione e durabilità ma macOS è ancora, francamente, imbattibile in questo. Le performance di un Mac, a cinque o sei anni dall’acquisto, non scendono di norma mai sotto il 50% dal momento del primo avvio. E se è così vuol dire che c’è qualcosa che non va, un problema evidente, da risolvere. A proposito: avete idea di cosa sia l’assistenza di un Apple Store o di un rivenditore ufficiale Apple?

Se alla scadenza della garanzia non c’è molto verso di farsi aggiustare qualcosa gratis, così come non vi è modo di farsi riparare il display di un iPhone che è caduto e privo di copertura extra, tutto ciò che rientra nelle problematiche software e hardware non imputabili ad un uso maldestro viene considerato favorevolmente dagli addetti al servizio clienti.

Come dite? La stessa cosa accade per qualsiasi altro vendor hi-tech? Sulla carta sì, nella pratica un po’ meno. Scommetterei con chiunque abbia un Windows di qualsiasi tipo che ha atteso più del dovuto per riavere il suo computer indietro dopo una riparazione in garanzia. Personalmente, ho sostituito lo schermo del mio Mac, per un difetto di fabbrica, lasciando il notebook nelle mani dei tecnici per due ore: mezz’ora al primo colloquio, il restante il giorno deciso per la sostituzione del pannello. C’ho messo di più a fare la spesa. Il Mac Pro costa troppo? Non disperare, gli scaffali sono pieni di altri aggeggi da poche centinaia di euro, belli da vedere. Ne riparliamo poi tra qualche mese.

E allora…#buongiornounCaffo

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