Android, presto uno store per le app bannate

La comunità CyanogenMod pensa ad uno store alternativo per fornire nuove app agli utenti Android: il progetto è ancora agli albori.
La comunità CyanogenMod pensa ad uno store alternativo per fornire nuove app agli utenti Android: il progetto è ancora agli albori.

Il mondo del robottino verde potrebbe presto arricchirsi di un nuovo store non ufficiale dedicato a tutte quelle applicazioni che per un qualsiasi motivo sono state respinte oppure rimosse dall’Android Market. Il progetto nasce dalla comunità CyanogenMod, la quale rappresenta uno dei punti di riferimento per l’universo delle ROM dedicate ad Android, che consentono di installare una versione dell’OS diversa da quella distribuita dal produttore del proprio dispositivo.

Trattasi di un’idea partorita agli inizi del mese di gennaio e che attualmente risulta essere ancora in alto mare, benché il consenso della comunità Android sia stato piuttosto cresciuto nelle ultime settimane. Il nuovo store accoglierebbe dunque a braccia aperte proprio le ROM dedicate alla piattaforma targata Google, così come emulatori per giochi realizzati per altre piattaforme e rimossi per motivi di copyright, software per effettuare il rooting del dispositivo in pochi click oppure app non ufficiali per il tethering.

Al momento, tutto quanto disponibile si riduce ad una bozza della pagina web per l’invio delle app da parte degli sviluppatori, cui seguirà un processo di verifica da parte di un apposito team di volontari con l’obiettivo di impedire il proliferare di virus e malware attraverso il nuovo store alternativo. Quest’ultimo sarebbe poi accessibile esclusivamente qualora si utilizzi una delle ROM di Android realizzate da CyanogenMod, installate secondo alcune stime da circa 1 milione di utenti in tutto il mondo.

L’operazione non sarebbe inoltre esente da rischi, sia per motivi di copyright, potendo potenzialmente giungere anche app bannate per tale motivo dal negozio ufficiale di applicazioni targato Mountain View, sia per la sicurezza degli utenti, essendo lo store alternativo disponibile esclusivamente a bordo di terminali sui quali è stata eseguita a priori l’operazione di rooting, la quale sblocca numerose operazioni ed aumenta di fatto i pericoli per gli utenti.

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