Approvato il Decreto Crescita 2.0

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il fondamentale Decreto Crescita 2.0: incentivi a banda larga, digitalizzazione della PA e startup.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il fondamentale Decreto Crescita 2.0: incentivi a banda larga, digitalizzazione della PA e startup.

L’Italia ha fatto un passo avanti. Lo ha fatto forse timidamente, sicuramente in ritardo, ma era fondamentale che il Governo Monti riuscisse a sbloccare l’impasse e così è stato. Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del cosiddetto Decreto Crescita 2.0, infatti, il paese si dota di misure fondamentali per l’ammodernamento, per riuscire a trarre dalla dimensione digitale quei vantaggi e quei meccanismi che oggi pesavano come un macigno sulle strutture e sui destini dell’economia italiana.

Il senso dell’intervento si riassume tutto nella presentazione effettuata dal Governo con apposita presentazione alla stampa:

Le norme del secondo Decreto Crescita puntano, in modo ambizioso, a fare del nostro Paese un luogo nel quale l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese.

Perché questo è l’obiettivo: partendo dai rapporti con la Pubblica Amministrazione, passando per le startup, fino ad una scossa al mondo della banda larga, per fare in modo che il paese possa sbloccare gli investimenti necessari a fare dell’Italia un paese finalmente in grado di recepire le potenzialità del digitale, della Rete, dell’informatica e dei servizi ivi veicolati. La situazione di partenza è preoccupante: l’Italia è al giogo di un digital divide che imperversa, soffre di gravi ritardi tanto a livello culturale che infrastrutturale, ma con il nuovo Decreto punta ora a sbloccare l’immobilismo per cercare la svolta.

Non basterà un decreto, e non basterà soprattutto questo decreto. Servirà una attuazione più radicale, strutturale e coraggiosa di una più organica Agenda Digitale. Ma dopo anni di parole al vento è questo il primo atto concreto di una volontà che trova espressione, di una reazione che trova l’impegno della classe dirigente.

Documento digitale unificato

Carta di identità e tessera sanitaria diventano una cosa sola:

Addio vecchia carta di identità e tessera sanitaria. Al loro posto, i cittadini potranno dotarsi gratuitamente di un unico documento elettronico, che consentirà di accedere più facilmente a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione. Il documento, che sostituirà progressivamente quelli attualmente circolanti, costituirà il punto di riferimento unitario attraverso cui il cittadino viene registrato e riconosciuto dalle amministrazioni dello Stato.

Anagrafe unificata

Un processo fondamentale per avere un censimento aggiornato della popolazione e delle strade con modalità automatiche e sulla base dell’interazione più profonda con una dimensione digitalizzata dei documenti della pubblica amministrazione:

Per accelerare il processo di informatizzazione della PA e la messa a sistema delle informazioni e dei servizi riguardanti i cittadini, viene istituita l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), un centro unico di gestione dati che subentrerà all’Indice Nazionale delle Anagrafi (INA) e all’Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero (AIRE). Grazie a queste nuove procedure digitali, l’ISTAT inoltre potrà effettuare con cadenza annuale il censimento generale della popolazione e delle abitazioni, realizzando anche l’Archivio nazionale delle strade e dei numeri civici, utilizzando il conferimento degli indirizzari e degli stradari comunali.

PEC, il domicilio digitale

Per dialogare con la PA ogni cittadino potrà fornire un domicilio digitale che fungerà da riferimento fondamentale di dialogo:

Dal 1 gennaio 2013, ogni cittadino potrà scegliere di comunicare con la pubblica amministrazione esclusivamente tramite un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Tale indirizzo costituirà il domicilio digitale del cittadino e sarà in seguito inserito nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, in modo che possa essere utilizzabile da tutte le amministrazioni pubbliche.

Trasparenza e apertura

La disponibilità dei dati della PA in formato aperto ed accessibile consentirà una gestione più trasparente e ricca dei dati stessi, con grandi vantaggi potenziali nel lungo periodo tali da ripagare gli sforzi attuali di conversione:

I dati e le informazioni forniti dalla pubblica amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato aperto (cd. open data). In questo modo sarà possibile ampliare fortemente l’accesso a informazioni di pubblica utilità, favorendone il riutilizzo per analisi, servizi, applicazioni e soluzioni, con sensibili ricadute dal punto di vista della crescita economico-sociale. Tali dati avranno una licenza d’uso aperta e saranno dunque utilizzabili – in primis da persone affette da forme di disabilità sensoriali – senza alcun tipo di restrizione.

Trasporti intelligenti

Dall’era delle auto blu a quella dei trasporti intelligenti: il biglietto diventa elettronico ed una gestione informativa intelligente dei mezzi di trasporto pubblico renderà più semplice e fluida la gestione degli spostamenti e della rete:

Le amministrazioni titolari di servizi di Trasporto Pubblico Locale promuovono l’adozione di sistemi di bigliettazione elettronica interoperabili, così da ridurre i costi connessi all’emissione dei titoli di viaggio.

Sul fronte della mobilità sostenibile, viene dato un forte impulso ai sistemi di trasporto intelligenti (ITS) per consentire la diffusione di nuovi servizi informativi su traffico e viabilità, sulla prenotazione di aree di parcheggio sicure, sui servizi di emergenza su strada.

Acquisti digitali

Portando in digitale le procedure di acquisto da parte della PA, ancora una volta si promuove un passo nella direzione della trasparenza:

Tutte le procedure per l’acquisto di beni e servizi da parte delle PA dovranno essere svolte esclusivamente per via telematica, così da garantire maggiore trasparenza e tempistiche più celeri. Viene inoltre fortemente incentivato il riuso dei programmi informatici da parte delle amministrazioni, consentendo significativi risparmi di spesa.

Documentazione digitale obbligatoria

La trasmissionbe in digitale dei documenti tra le PA non è più una possibilità, ma un obbligo: così facendo si forza la mano sulle procedure, costringendo tutti gli enti ad adeguarsi con rapidità:

Le comunicazioni tra diverse amministrazioni pubbliche, così come tra PA e privati, dovranno avvenire esclusivamente per via telematica. L’inadempienza della norma comporterà una responsabilità dirigenziale e disciplinare in capo al personale pubblico inadempiente.

Allo stesso modo, nel settore pubblico, tutte le certificazioni di malattia e di congedo parentale dovranno essere rilasciate e trasmesse per via telematica.

Scuola digitale

l primo intervento è relativo all’istituzione di un Fascicolo elettronico per gli studenti universitari dall’anno accademico 2013-2014, entità che consentirà di archiviare tutta la documentazione riducendo le code agli sportelli, i tempi di attesa, le inefficienze e le perdite di tempo. Inoltre «A partire dall’anno scolastico 2013-2014, nelle scuole sarà progressivamente possibile adottare libri di testo in versione esclusivamente digitale, oppure abbinata alla versione cartacea».

Fascicolo sanitario elettronico

Le cartelle sanitarie in cartaceo andranno a scomparire: verrà così semplificato il trasferimento e la conservazione dei dati, facilitando il reperimento della storia clinica di un paziente e la ricostruzione completa ed efficace del quadro generale dello stato di salute del paziente. La transizione richiederà tempo, ma la nuova opzione promette risultati fin da subito. « Viene accelerato anche il processo di digitalizzazione delle prescrizioni mediche, definendo tempi certi e uguali su tutto il territorio nazionale».

Banda larga: 2mbps per tutti

2 mbps diventano un diritto per tutti, anche per chi vive o lavora in area a fallimento d’impresa: «Viene confermato l’obbiettivo di azzerare il divario digitale, portando la connessione a almeno 2 mbps nelle zone non ancora coperte e nelle aree a fallimento d’impresa. Alle risorse rese già disponibili per il Mezzogiorno (circa 600 milioni) si aggiungono ora ulteriori 150 milioni di euro per finanziare gli interventi nelle aree del centro-nord». Ma non solo.

Il Governo si impegna altresì a favorire gli investimenti nella banda larga sia con interventi diretti di investimento che con la rimozione di vincoli normativi che fino ad oggi impedivano di accelerare i lavori nella direzione di una copertura più efficiente del territorio:

Vengono fortemente semplificate alcune procedure e adempimenti autorizzatori per favorire la diffusione della banda ultralarga, anche tramite wireless, e delle nuove tecnologie di connessione. Per quanto riguarda gli scavi per la posa della fibra ottica, è prevista l’esenzione della tassa per l’occupazione del suolo e del sottosuolo. Gli operatori di tlc avranno assicurato l’accesso alle parti comuni degli edifici per le operazioni di posa della fibra.

Euro digitali

I pagamenti elettronici diventano una regola all’interno delle pubbliche amministrazioni, motivo per cui chi vorrà operare con la PA dovrà adeguarsi ed accettare tali tipologie di pagamento.

Comunità intelligenti

L’art 20 disegna l’architettura tecnica, di governo e di processo per la gestione delle comunità intelligenti e dei servizi e dati da queste prodotte. Le comunità intelligenti sono partecipative, promuovono l’emersione di esigenze reali dal basso, l’innovazione sociale e prevedono meccanismi di partecipazione, inclusione sociale e efficienza delle risorse – attraverso il riuso e la circolazione delle migliori pratiche. Un sistema di valutazione e monitoraggio garantisce che le comunità rispettino gli impegni presi attraverso uno statuto periodicamente rivisto, allo scopo di verificare e massimizzare l’impatto del progresso tecnologico sul territorio.

Incentivi alle startup

Alle startup viene riconosciuto un ruolo fondamentale per la crescita del paese ed il rilancio del PIL. Per questo motivo il governo interviene sul tema nel tentativo di incentivarne la nascita ed il radicamento sul territorio, così che le nuove imprese possano prosperare, fare sistema e costruire nuove realtà solide.

Per le startup vengono messi subito a disposizione circa 200 milioni di euro, tra i fondi stanziati dal decreto sotto forma di incentivi e fondi per investimento messi a disposizione dalla Fondo Italiano Investimenti della Cassa Depositi e Prestiti. Nelle prossime settimane, con un apposito decreto ministeriale, saranno stanziate ulteriori risorse per nuove imprese presenti nel Mezzogiorno. La norma, a regime, impegnerà 110 milioni di euro ogni anno per incentivare le imprese startup.

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