Pentagono, nuove misure contro il cybercrime

Il Pentagono pensa a nuove misure di sicurezza per predisporre un muro sufficientemente robusto a reggere eventuali attacchi informatici futuri.
Il Pentagono pensa a nuove misure di sicurezza per predisporre un muro sufficientemente robusto a reggere eventuali attacchi informatici futuri.

La minaccia di attacchi digitali è sempre più alta ed allora il Pentagono corre ai ripari: il Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha infatti varato un nuovo programma per l’istituzione di maggiori misure di sicurezza nei confronti di eventuali aggressioni cibernetiche provenienti dall’esterno. Fine ultimo è quello di innalzare nuove barriere per proteggere i possibili obiettivi a rischio, fornendo inoltre un importante esempio alle altre agenzie di sicurezza interne del paese.

Una necessità, questa, che emerge in seguito ad alcune analisi che parlano continuo crescendo di tentativi di intrusione nei confronti della rete interna alle agenzie governative statunitensi, con una percentuale vicina al 30% di tutti i crimini digitali registrati dal Pentagono. Sempre più spesso giungono dunque potenziali minacce, sia da cybercriminali che da nazioni ostili al paese a stelle e strisce, il quale non vuole restare a guardare ma intende farsi trovare pronto in casi di emergenza.

Il nuovo programma coinvolgerà almeno 20 agenzie private a stretto contatto con la Difesa statunitense e rappresenterà un nodo cruciale nella politica del presidente Barack Obama, da lungo tempo attento alle tematiche dei crimini digitali. L’inizio è previsto per la metà del prossimo mese di novembre ed a seconda di come si evolverà la situazione verranno prese le misure necessarie per migliorarne lo sviluppo, aggiungendo nuove aziende all’elenco di quelle coinvolte.

Per favorire l’attuazione delle nuove misure, parte del Congresso si augura inoltre la promozione di una nuova legge che intende delegare al Dipartimento della Difesa Nazionale il compito di collaborare con le società private per offrire loro la possibilità di proteggersi dalla minaccia di attacchi informatici. Una minaccia che assume contorni sempre più larghi, confermando le tesi di coloro che sostengono che la prossima guerra verrà combattuta non con bombe e proiettili, ma con i bit.

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