Exomars: Eni su Marte nella pianura di Oxia?

L'Agenzia Spaziale Italiana ha comunicato l'identificazione di un primo ipotetico luogo per l'atterraggio della missione Exomars su Marte: Oxia Planum.
L'Agenzia Spaziale Italiana ha comunicato l'identificazione di un primo ipotetico luogo per l'atterraggio della missione Exomars su Marte: Oxia Planum.

Si chiama “Oxia Planum” e ad oggi è il primo e l’unico candidato scelto dall’Agenzia Spaziale Europea per l’atterraggio del rover Exomars nel 2018. Si tratta di una scelta complessa e molto importante perché, una volta toccato il suolo marziano, il rover dovrà iniziare una serie di ricerche scientifiche. In quella fase l’Italia avrà un ruolo centrale: lo sviluppo dei meccanismi di perforazione è stato affidato infatti all’Eni, il cui ruolo è del tutto fondamentale per effettuare un lavoro di qualità in condizioni ambientali estremamente complesse.

Exomars è un progetto finanziato da risorse europee e portato avanti in collaborazione con la Russia per arrivare su Marte ed analizzarne dapprima l’atmosfera (con una spedizione prevista per gennaio 2016) ed infine le profondità (l’attracco è previsto per il 2019). Mai prima d’ora si era infatti riusciti ad analizzare a fondo le rocce marziane, fermandosi finora soltanto a pochi centimetri sotto la superficie del pianeta. Grazie alla tecnologia Eni che Exomars porterà con sé nel proprio viaggio verso il pianeta rosso, invece, si potrà per la prima volta analizzare strati di terreno fino a 2 metri di profondità con un carotaggio a cui farà seguito l’immediata analisi dei campioni raccolti. La speranza è quella di ritrovare in profondità tracce di quella vita marziana da più parti ipotizzata ed i cui riscontri finora raccolti stanno ora cercando una conferma ufficiale.

L’Italia potrebbe insomma avere un ruolo protagonista nell’esperimento che tutto il mondo attende: c’è vita su Marte, o c’è mai stata? Una domanda che è partita dall’Italia grazie agli studi di Schiaparelli e che ora cerca una risposta proprio da tecnologie italiane, a distanza di anni luce dalla terra e dalla percezione che gli italiani hanno spesso della ricerca e delle tecnologie nostrane.

ExoMars verso Oxia Planum?

Oxia Planum esce vincitore da una serie di candidati presenti in una prima fase di valutazione e ora scartati dal paniere dei possibili luoghi di atterraggio su Marte. Secondo quanto spiegato dall’Agenzia Spaziale Italiana, «Oxia è risultato il sito migliore, sia dal punto di vista della sicurezza che delle potenzialità scientifiche: nella sua area ci sono rocce che risalgono a più di 3,9 miliardi di anni. Un secondo “sito candidato” verrà designato prossimamente e in ogni caso la scelta finale sarà presa comunque entro i 6 mesi precedenti il lancio». Spiega Roberto Battiston, presidente ASI:

La pianura di Oxia è ritenuta ricca di ghiaccio ed acqua e sarà nei prossimi anni al centro dell’attenzione degli scienziati planetari. Qui dovrebbe atterrare il lander di Exomars 2018 con il perforatore costruito in Italia che andrà a cercare cosa c’è sotto la superficie fino ad una profondità di 2 metri. Si tratterà di una prima mondiale, come è stato per Rosetta e Phile sulla cometa 67/P. Una prima in cui l’Italia, con l’ASI e i suoi scienziati, è in prima fila.

L’esplorazione della superficie marziana ha compiuto molti passi avanti negli ultimi mesi ed ha permesso di conoscere molto più a fondo la natura e la storia del pianeta. Alcune ipotesi sono però ancora prive di dimostrazioni e necessitano di ricerche e prove dirette sul campo. I rover fin qui arrivati su Marte (dopo molti fallimenti dovuti alla complessità di un approccio morbido nell’atterraggio sul pianeta) hanno dimostrato che si possa arrivare sul pianeta senza danni alle strutture e con importanti capacità di movimento e di testimonianza. Quello che mancava era un rover capace di analizzare il terreno sul posto, sfidando tutte le condizioni particolari che solo un contesto marziano è in grado di presentare. Mesi di esperimenti sulla Terra, e il coinvolgimento degli ingegneri Tecnomare (controllata al 100% da Eni), hanno permesso di mettere a punto la componentistica ora pronta a prendere il volo.

Per questo Exomars è un progetto da guardare da vicino: la bandiera tricolore sta per partire verso Marte, in cerca di vita nelle profondità laddove gli altri hanno finora trovato e raccolto soltanto polvere di superficie.

 

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