La goccia che ha fatto traboccare Megaupload

Si tinge di mistero la vicenda che ha portato alla chiusura di Megaupload: pressioni da parte delle case discografiche per "fermare" Megabox?
Si tinge di mistero la vicenda che ha portato alla chiusura di Megaupload: pressioni da parte delle case discografiche per "fermare" Megabox?

I motivi che hanno portato alla chiusura di Megaupload da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America potrebbero non essere esclusivamente correlati all’utilizzo improprio in termini di pirateria da parte degli utenti, un fenomeno non adeguatamente arginato dai responsabili del siti ma, secondo una nuova teoria, la goccia ad aver fatto traboccare il vaso pare sia rappresentata dal servizio Megabox Digital Jukebox.

Per capire meglio i fatti, bisogna risalire al dicembre 2011, quando TorrentFreak raccontava del lancio silente della versione beta di un servizio che avrebbe fatto tremare i polsi delle grandi case discografiche. L’obiettivo di MegaBox Digital Jukebox era quello di divenire il rivale numero uno di iTunes, tramite tariffe estremamente vantaggiose per gli artisti i quali avrebbero ricevuto circa il 90% dei guadagni delle loro canzoni pubblicate liberamente su Megabox. Insomma, il concetto di file sharing di Megaupload si sarebbe espanso al settore della musica, e ancora più avanti nel 2012, anche a quello cinematografico con il lancio di Megamovie.

Quest’ultimo servizio prometteva invece di fornire eventualmente la visione gratuita di film agli utenti Premium. Megaupload si trasformava: da un semplice armadio digitale sarebbe diventato un grosso distributore di file digitali entrando in partita in un mercato affollato, intricato e, si scopre, “pericoloso”.

«Possiamo aspettarci diversi annunci di clamorose esclusive per Megabox con artisti che sono desiderosi di abbandonare i modelli di business obsoleti», aveva dichiarato il fondatore del sito, Kim Dotcom, ora agli arresti insieme ad altri dirigenti di Megaupload con varie accuse, tra cui estorsione, riciclaggio di denaro e pirateria informatica.

Qualcuno ipotizza che il lancio di Megabox avrebbe dato “fastidio” a qualche casa discografica molto importante, pressando le istituzioni USA affinché trovassero un modo di fermare l’escalation digitale di Megaupload. Pensieri maligni, ma in tanti probabilmente ci metterebbero la mano sul fuoco.

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