La RAI scende a patti con YouTube

La RAI ha deciso di premere l'acceleratore sul proprio canale YouTube. Il patto con il gruppo controllato da Google permetterà alla RAI di sfruttare i filtri VideoID contenendo il materiale immesso da utenti terzi e gestendo meglio il proprio patrimonio
La RAI ha deciso di premere l'acceleratore sul proprio canale YouTube. Il patto con il gruppo controllato da Google permetterà alla RAI di sfruttare i filtri VideoID contenendo il materiale immesso da utenti terzi e gestendo meglio il proprio patrimonio

I rapporti tra Rai e YouTube hanno seguito lo stesso canovaccio che con qualche mese di ritardo ha deciso di perseguire anche Mediaset. Dapprima l’incontro ha preso la via legale, alla diffida è seguita la trattativa, quindi il finale a taralluci e vino: i contenuti dell’uno sulla piattaforma dell’altro, e vissero tutti felici e contenti.

Il comunicato è stato diramato da poche ore: «La Rai renderà disponibile settimanalmente una selezione della sua produzione su YouTube, grazie a un accordo siglato tra la popolare video community e la tv di Stato volto a proteggere il copyright a massimizzare la distribuzione dei contenuti. Secondo quanto riferisce una nota, l’offerta di RaiNet consisterà in una prima fase nel rafforzamento del branded channel già attivo sul sito, e nei prossimi mesi nell’introduzione di canali tematici come news, junior, fiction, video cult e comicità […] Ogni settimana RaiNet caricherà i propri contenuti sul proprio branded channel YouTube, utilizzando la tecnologia VideoId del portale, uno strumento che permette ai proprietari dei contenuti di identificare i loro materiali, decidere come renderli disponibili e stabilire se ottenerne ricavi, rimuoverli o semplicemente monitorarli».

Per la RAI trattasi di una sorta di difesa proattiva nei confronti di YouTube: onde evitare l’upload “selvaggio” di contenuti sui quali è difficile sia avere controllo che ottenerne un lucro di ritorno, la RAI si impegna formalmente a far crescere il proprio canale sulla piattaforma Google così da ottenere, grazie al filtro VideoID, una sorta di prevenzione sui video caricati da utenti terzi. In questa mossa la RAI si unisce ai già accordati Cbs, Lionsgate, Electronic Arts, Sony Bmg Europe e Afp. Nota, invece, l’opposizione di Viacom (controllante nomi altisonanti quali ad esempio MTV).

La stretta di mano con “mamma RAI” merita un plauso anche da parte di Chad Hurley, co-fondatore ed attuale amministratore delegato YouTube: «Siamo davvero soddisfatti che un player europeo importante come la Rai abbia deciso di abbracciare la nostra piattaforma e di usare il nostro strumento VideoId per gestire e proteggere i propri contenuti». Piero Garuffi, direttore RAI Nuovi Media, risponde al plauso fotografando la scelta all’interno delle strategie aziendali in atto: «La conclusione di questo accordo va nella direzione indicata dal nostro piano editoriale, che prevede la diffusione dei contenuti Rai su più piattaforme e partnership con operatori web di alto profilo internazionale».

Il caso Mediaset rimane al momento in sospeso, ma da più parti giungono voci distensive che vedono sempre meno probabile uno scontro legale tra le parti e sempre più possibile, invece, un accordo del tutto simile a quello siglato in queste ore dalla RAI.

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