Cuore open source, anima non profit

Grazie ad una intervista esclusiva a Tristan Nitot, Presidente Mozilla Europe, è stato possibile scavare sotto la superficie tecnologica del gruppo per capire qualcosa di più dell'anima non profit e del cuore open source di Firefox
Grazie ad una intervista esclusiva a Tristan Nitot, Presidente Mozilla Europe, è stato possibile scavare sotto la superficie tecnologica del gruppo per capire qualcosa di più dell'anima non profit e del cuore open source di Firefox

Tristan Nitot. Sposato, due figli, fondatore e Presidente di Mozilla Europe. La sua è una lunga esperienza nel mondo dei browser: nel Maggio del 1997 è già in Netscape, pochi anni dopo annusa il profumo di Mozilla, dal 2003 ne è alla guida della divisione europea.

Ma Mozilla è un elemento a sé stante nel quadro che analizziamo ogni giorno: ha cuore open source, anima non profit, carattere arrembante e pedigree nobile. Il browser ha spiazzato il mercato riuscendo ove nessun altro era mai riuscito: sfidare Internet Explorer. Il gruppo, per questo motivo, ha solleticato un’idea tale per cui una nuova possibilità potesse esistere, un’alternativa fosse possibile. Oggi Firefox ha cifre in continua crescita mentre Internet Explorer si è ormai adagiato su una nuova dimensione, allontanandosi giorno dopo giorno dalla vecchia posizione di predominio mantenuta per molti anni (gli ultimi dati fotografano un ulteriore -0.7% nel mese di Aprile per IE con parallelo 0.4% per FF).

Tristan Nitot

Ma con la crisi economica che grava sul mercato, e con una crescente concorrenza che mette ulteriore pressione sul mondo dei browser, capire come sta procedendo l’attività di Mozilla significa carpirne l’essenza. Significa arrivare a vederne le fondamenta. Mozilla è una mosca bianca in un mercato tanto caleidoscopico quanto indifferenziato e merita pertanto una analisi a sé. Della tecnologia sappiamo tutto o quasi; Firefox è parte integrante della cultura condivisa; Prism lo abbiamo imparato a conoscere oggi stesso, Fennec lo incontreremo a breve. Grazie all’intervista esclusiva concessaci da Tristan Nitot, Presidente Mozilla Europe, abbiamo pertanto tentato di scavare un po’ sotto la superficie.

E ne è uscita materia di studio del tutto interessante: da Chrome ai rapporti con Google, dalla posizione sulle indagini relative ad Internet Explorer fino alla sostenibilità della dimensione social del Web.

Quando la crisi economica ha iniziato a far pressioni sul mercato, in molti si sono chiesti quale fosse la reale sostenibilità di quelle che sono le aziende che si basano su business meno tradizionali e meno collaudati. Andando al cuore del problema: come sta rispondendo la Mozilla Foundation alle pressioni della crisi economica?
«La maggior parte delle entrate di Mozilla deriva da accordi con motori di ricerca partner. I motori ricevono traffico dal box di ricerca della start page di Firefox (nell’angolo in alto a destra sul browser) e pagano Mozilla per questo. Per questo motivo non siamo così colpiti dalla crisi. Siamo stati una azienda molto parsimoniosa fin dall’inizio, per cui siamo pronti ad affrontare la crisi se dovesse giungere a colpirci»

In passato vi sono state molte speculazioni relativamente alla dipendenza di Mozilla dai capitali provenienti da Google. Oggi il rapporto tra le parti quanto pesa sul computo totale degli introiti del gruppo?
«È vero che Google è il nostro partner numero uno in quanto ad entrate, circa l’80%. Una cosa poco risaputa è il fatto che Mozilla mette da parte una significativa quota delle entrate in un “fondo di riserva” tale per cui se uno dei nostri partner dovesse improvvisamente lasciarci, non dovremmo cercare un nuovo partner presi dall’emergenza. Stiamo anche lavorando per diversificare le nostre entrate»

Come interpreta Mozilla l’avvento di Chrome e come può essere il rapporto tra i due browser e le due aziende nei prossimi anni?
«Chrome è chiaramente un concorrente, e Google è certamente un gruppo che capisce a fondo il Web, ha ingegneri illuminati, un buon brand e molto denaro. Per questo motivo anche se Chrome non ha una significativa quota di mercato, ha comunque un forte potenziale e può diventare un serio concorrente in futuro. Penso che Chrome abbia l’obiettivo di soppiantare Internet Explorer, perché è pericoloso per Google dipendere dal rivale Microsoft nel mettere a disposizione i propri servizi. Inoltre Internet Explorer, in qualità di browser, è in ritardo dal punto di vista delle funzionalità e ciò limita la capacità di Google di innovare e mettere a disposizione nuovi servizi. Dall’altra parte Firefox è innovativo e veloce, e non appartiene a Microsoft. Per Google è Internet Explorer il target, non Firefox»

Tutti contro Internet Explorer: la denuncia di Opera presso la Commissione Europea è destinata a far discutere ancora per molto tempo. Se l’UE accordasse le tesi dell’accusa, quale potrebbe il nuovo quadro della situazione?
«È una discussione molto complessa da affrontare. Come tutti sappiamo, Microsoft è colpevole per aver violato la legge antitrust statunitense, e ha abusato del proprio potere monopolistico con Windows estendendolo ai browser, il che è illegale. Per questo motivo il mercato è fortemente corrotto. Ora, il problema è che i regolamenti per la tecnologia sono molto complessi da formulare. In certi casi non sono utili, mentre in altri vanno a peggiorare i problemi stessi che tentano di risolvere. Mitchell Baker sta discutendo tutte queste cose sul proprio blog. È possibile leggere una serie di suoi post correlati qui»

Mozilla sta per approdare sul mobile. In un’ottica di lungo periodo quale potrebbe essere il comparto maggiormente remunerativo: desktop o mobilità?
«È difficile da dire, e Mozilla non approccia le cose in questo modo. Siamo una organizzazione non-profit, perciò non perseguiamo la massimizzazione dei profitti. La ragione per cui vogliamo costruire un browser per il mobile è nel fatto che il mobile è veramente importante e sempre più persone useranno il Web dai loro telefoni (o Mobile Internet Device), perciò se Mozilla vuole rimanere rilevante ovunque e spingere la propria missione in linea con il Manifesto Mozilla, abbiamo bisogno di essere importanti anche nel Mobile. Questo è il motivo per cui lavoriamo duro sul nostro browser mobile, nome in codice Fennec. Dovremmo vederne presto una versione per Nokia N810 (che gira su Linux), quindi una versione per Windows Mobile, quindi Symbian»

Second Life. Facebook. YouTube. Tutti grandi progetti, tutti con i conti in rosso. La parte “social” della Rete, insomma, ancora non ha dimostrato di essere matura. In cosa si differenzia un progetto come Mozilla?
«Mozilla è molto differente in almeno tre cose:

  1. Come dicevo prima, siamo una organizzazione non profit. Abbiamo bisogno di far soldi per operare, ma non è il nostro obiettivo. I servizi menzionati sono compagnie “for profit”. Non sto dicendo che siamo migliori di queste, ma che siamo molto differenti, tanto negli obiettivi quanto nel modo di operare;
  2. Abbiamo già raggiunto la sostenibilità molti anni fa e sicuramente i piani sono di rimanere sostenibili;
  3. Un’altra cosa è che siamo Open Source. Ciò che facciamo è pubblico, trasparente, basato sulla community e riusabile da altri. Se vuoi costruire un rivale di Firefox, puoi scaricare il nostro codice sorgente, trovare un nuovo nome per esso (non potrai chiamare il tuo browser “Firefox”) e sei a posto. Non puoi invece fare questa cosa con Second Life, Facebook o YouTube…»

Se Tristan Nitot fosse costretto ad affiancare sul proprio desktop un secondo browser al Firefox d’ordinanza, quale sceglierebbe e perché?
«Questa è una domanda veramente interessante. Amo la capacità di Firefox di essere personalizzabile tramite add-on (estensioni e temi), e sono sicuro che avrei tempi difficili se dovessi usare altri browser. Mi piace provare le nuove estensioni e rimango affascinato dall’innovazione che permettono. Poiché è facile creare estensioni, le persone con idee interessanti se ne escono con prototipi veramente “cool” di idee pazze. Penso userei Seamonkey, perché ha le estensioni, o Camino su Mac. Sono entrambi basati su Firefox. Se usi Windows Chrome è niente male, mentre se hai un Mac Safari è carino (non mi piace su Windows però). Ho usato a volte anche Opera, che gira su tutte e tre le piattaforme»

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