Nuovo episodio per la saga Verizon-iPhone

Le indiscrezioni su un possibile accordo con Verizon per la distribuzione di iPhone sembrano non trovare alcuna battuta d’arresto. Dopo le dichiarazioni rilasciate dal CEO della famosa compagnia mobile, sono gli analisti di Wall Street a scendere in campo: iPhone verrà commercializzato da Verizon a partire dal prossimo anno.

Si aggiunge, così, un altro tassello alla saga che vede coinvolti Cupertino, AT&T e Verizon. Da molto tempo, ormai, i rumor su un possibile abbandono di AT&T si fanno sempre più fondati. Il nome di Verizon è saltato prepotentemente all’attenzione dei media, nonostante la campagna anti-melafonino di Droid. L’analista di Wall Street Brian Marshall non ha, tuttavia, alcun dubbio: il contratto con AT&T è destinato a concludersi.

Sono molti i fattori che potrebbero spingere Cupertino ad affidarsi a Verizon. L’operatore, infatti, è in grado di fornire ad Apple una base utenti più alta che potrebbe garantire introiti maggiori e, non ultimo, una rete decisamente migliore rispetto a quella attualmente in uso dai melafonini statunitensi. Per questo motivo, Marshall ha rimarcato come sia molto probabile l’abbandono di AT&T:

Verizon può garantire la vendita di 14 milioni di dispositivi entro la fine del 2011. Tutti sono scontenti delle performance di iPhone su AT&T, non solo per la voce, ma soprattutto per i dati, in particolare in città congestionate quali New York e San Francisco. Risulta anche possibile che non tutte le vendite vengano sottratte ad AT&T, ma è molto probabile che la maggior parte di esse siano conferite a Verizon.

Infine, l’analista rivolge uno sguardo ai mercati internazionali. In diversi paesi mondiali, quali Francia, Italia, Israele e, da pochissimo, la Gran Bretagna, il melafonino viene distribuito da più operatori. Questa strategia si è rivelata vincente per Cupertino e ha permesso un aumento considerevole dei guadagni per l’azienda. Proprio per questo motivo, è verosimile credere che Apple voglia importare lo stesso modello di business anche negli Stati Uniti.

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